ROMA – Continua ormai dallo scrutinio delle ultime politiche gli assalti al governo in carica da parte di sindacati e minoranze varie. L’ultimo scaramuccia armata dalla politica che rosica, riguarda il DL lavoro in discussione in CDM domani 1 maggio. Una vergogna lavorare il primo maggio? un provocazione? è diseducativo? Ne è convinto Maurizio Landini, il numero 1 della CGIL che ha avuto non poco da dire nei confronti del premier Meloni sulla scelta del primo giorno di maggio, faceta dedicata al lavoro, per indire un CDM che dovrà occuparsi guarda caso proprio del tanto discusso decreto lavoro. Da parte sua Giorgia Meloni, a stretto giro, ha fatto sapere a Landini che se è diseducativo lavorare il primo maggio allora perché non annulla il concertone previsto a Roma, visto che è reso possibile da gente che lavora il 1 maggio? Ovviamente il problema non è il battibecco tra Landini e Meloni ben orchestrato dalla sinistra per contribuire a screditare il lavoro dell’esecutivo, il problema è ciò che è insito nel DL lavoro, compresa la nuova rimodulazione del Reddito di Cittadinanza, completamente spogliata dalla componente assistenziale generalizzata che ha permesso al Movimento 5 Stelle di diventare una forza politica di governo. In effetti, come sostengono all’unisono economisti ed analisti, l’Italia ha bisogno di misure “misurate”, nel senso calzate a pennello sulle criticità, in assenza di qualsiasi propaganda politica che regala soldi a destra e a manca. Il DL lavoro del governo non è certo la panacea, ma un primo passo verso la concretizzazione di alcune misure fondamentali per uscire dallo stallo economico dovuto, tanto per cambiare, a certa politica che non ha onorato i suoi impegni con il Paese.