NAPOLI – Nei giorni scorsi il Sindaco di Napoli è tornato a parlare di Bagnoli. Nel maggio del 2022, nella qualità di Commissario straordinario, aveva approvato le modifiche allo stralcio urbanistico per la generazione urbana, in cui si prevedeva la ricostruzione del Centro Scientifico e l’apertura dei cantieri per il Parco Tecnologico per l’Ambiente. Dopo poco più di un anno, annuncia che le due operazioni sono prossime, specificando che per il Pta si partirà prima dell’estate.  Il solo fatto che il primo cittadino intervenga su Bagnoli ci conforta, visto che per troppo tempo era calato il silenzio sull’argomento. Ma non ci impedisce di osservare che l’epoca dei programmi e delle enunciazioni è scaduta da un pezzo e che, quindi, l’ottica pragmatica evidenziata da Gaetano Manfredi nel corso del suo recente intervento è l’unica accettabile per l’opinione pubblica, ovvero per una cittadinanza privata per decenni da uno straordinario, potenziale motore di sviluppo. Chiediamo, anzi, al Sindaco di farsi carico compiutamente di questo profilo, vale a dire di una assoluta trasparenza e puntualità dell’informazione fornita su Bagnoli. Lo richiede la storia, recente e meno recente. Di iniziative come il Pta, ad esempio, se ne discute da una ventina di anni. Se finalmente si è giunti al punto di poter dare loro concretezza, sarà bene specificarne le tappe e le finalità nel dettaglio, indicandone i termini di attuazione. È apprezzabile l’impegno di Manfredi a ‘ricostruire una parte di Bagnoli’ entro i prossimi cinque anni. Ma, mentre non possiamo trascurare che per quell’epoca sarà in corso una nuova consiliatura, suggeriamo al sindaco di specificare quanto prima l’entità della porzione di Bagnoli che sarà rimessa a nuovo. Una cosa è rendere disponibili un centesimo dell’area, altra è restituirne alla città una metà. Ci rendiamo conto della complessità del lavoro che deve essere gestito da Palazzo San Giacomo, ma Bagnoli deve essere una priorità. Non si può più aspettare. Va fatta chiarezza anche sul destino del progetto che, sotto la gestione De Magistris, ha vinto il concorso internazionale di idee varato per dare finalmente concretezza al destino dell’ex area Italsider e di quelle contigue. Vorremmo capire se è solo carta straccia o se può avere un’incidenza sul futuro della zona. Finora, sul tema ha regnato il silenzio. Non ci sembra giusto, visto che le risorse investite sono sempre pubbliche e quindi frutto delle imposte pagate dai contribuenti.