NAPOLI – Ambizioni e lavoro sono il minimo comune denominatore che hanno portato alla scelta di Rudi Garcia da parte di Aurelio de Laurentiis. Nel salone delle feste della Reggia di Capodimonte, con la benedizione del direttore dell’omonimo Museo nazionale,Sylvain Bellenger, il nuovo tecnico del Napoli è stato presentato alla stampa dopo il primo bagno di folla tra i tifosi. Concreto, senza promesse di trionfi ma anche senza paura, il neo tecnico si è presentato senza cucirsi addosso il ruolo del personaggio da copertina, lasciato volentieri al presidente, e senza slogan da titolo.
” Ho valori, umiltà e lavoro per coltivare i sogni e ambizioni di altre vittorie. Occorre ritrovare subito quello spirito di gruppo che ha reso possibile la vittoria in campionato”.
Niente citazioni solo solidi propositi e una strategia comunicativa attenta, interessante per il futuro e lontana dalle fascinose intenzioni del predecessore. Il Napoli insomma deve continuare a migliorare con valori e principi solidi, ha spiegato il tecnico, che parlando del suo incontro con il presidente ha spiegato : ” Al presidente non ho chiesto nulla di particolare. Ho sposato il progetto capendo che anche lui vuole rimanere in alto, alzando anche l’asticella. Non vengo per rivoluzionare una squadra che gioca bene, ma se serve cercherò di mettere anche il mio tocco per migliorarla ancora. Oggi la rosa è importantissima e bisogna saper cambiare modulo in corso d’opera creando una buona cultura tattica nei giocatori” .
Ai proponimenti di sano realismo di Garcia ha fatto eco , da protagonista, il pensiero di un De Laurentiis convinto della scelta operata.
” È stato un casting breve iniziato solo il 5 giugno. Di Garcia mi hanno colpito la sua spontaneità, la sua immediatezza, come se già ci fossimo conosciuti. In lui non ho visto né diffidenza né dubbi ed ho deciso di conseguenza. C’è fiducia perché il tecnico ha già dato prova di sé; ora va solo lasciato lavorare come sa e senza dargli pressioni” .
Sul futuro e su Osimhen il presidente è chiarissimo : ” la competitività è uno strumento naturale in famiglia De Laurentiis, perciò il Napoli continuerà a puntare alto all’ Europa in particolare. Nel calcio c’è tanto da cambiare, ma andrebbero cambiati troppi cervelli…e non si può. Però vado avanti perché non amo la politica che è gioco di compromessi mentre io sono uomo di contenuti che non ama il compromesso. E con Garcia abbiamo già parlato di futuro di chi potrebbe partire o di chi può rimanere. Oggi nel calcio i contratti valgono zero, perciò preferisco guardare i giocatori negli occhi per capire la loro reale volontà: rimanere e fare più forte il Napoli o pensare a se stessi. Spalletti va ringraziato per l’anno sabatico preso…il nuovo allenatore riporterà subito alla realtà del lavoro quotidiano i giocatori senza correre perciò il pericolo di rilassamento. Con Osimhen ho già parlato; deve rimanere con un nuovo contratto di altri due anni. Poi, dovesse arrivare l’offerta irrinunciabile, quella capace di garantire la “salute” del club, si vedrà “.
Il nuovo Napoli sembra nascere come un cocktail di classe e di ambizioni per proseguire il percorso vincente iniziato con Spalletti. Garcia sembra avere idee chiare e sapere cosa vuole, ma è sbagliato pensare che il Napoli dipenderà dal tecnico francese.con l’addio voluto da Spalletti e la scelta di Garcia è ancora più chiaro che anche la squadra, non solo il club, dipenderà da ADL. Un presidente ancora più determinato e pratico dal giorno in cui Spalletti decise di andar via dopo aver vinto. E se la scelta di Garcia dovesse rivelarsi azzeccata vorrà dire che avrà avuto ragione ancora una volta Lui, l’ ex produttore cinematografico diventato produttore di un calcio da oscar.