NAPOLI – Mobilità e servizi per i viaggiatori, l’eccezionale successo di Napoli e delle maggiori destinazioni turistiche della Campania si scontra con eterni “lavori in corso” che non garantiscono quell’ opportuno accompagnamento verso uno dei settori economici che sta garantendo occasioni diffuse di crescita sul territorio. “Il caos al Beverello con lunghe file di viaggiatori, come pure le vergognose liti tra tassisti e viaggiatori, il caos e mancate azioni di monitoraggio e presidio ci preoccupano per il rischio di ripercussioni serie sulle esperienze di viaggio di turisti che seppur resilienti e ammirati dalle nostre bellezze, si ritrovano spesso coinvolti in disservizi e scarsa accoglienza – dichiara il presidente Abbac Agostino Ingenito – Occorre un cambio di passo strutturale che obblighi i diversi attori istituzionali e privati ad un dialogo serrato ed in grado di garantire efficienza e organizzazione. Non possiamo più permetterci quelle folcloristiche alzate di spalle , c’è il mondo che ci osserva e che sta raggiungendo le nostre destinazioni”. Ingenito chiede conto anche della concreta attuazione del piano accosti, annunciato la scorsa settimana come un risultato insperato a seguito di accordi tra compagnie di navigazione, Regione e autorità portuali, ma difatti non ancora percepibile in questi giorni e con il rischio di caos continuativo verso i porti delle isole del Golfo, Penisola Sorrentina, Costiera Amalfitana e area flegrea. E poi lasciano perplessi i mancati affidamenti di quattro lotti su cinque, con circa 5 milioni di euro che avrebbero dovuto garantire l’attuazione di un piano triennale delle vie del mare, solo una corsa è stata assegnata per mancanza di partecipazione di concorrenti. Occorrono vere gare europee che consentono partecipazione di vettori e compagnie di navigazione internazionali capaci di incidere un’inversione di tendenza nel Golfo di Napoli che pare vincolati a vecchi modelli di governance. Ma i viaggiatori internazionali sono costretti a vere gimkane anche per un semplice passaggio pedonale, presidi scarni e insufficienti nelle zone del porto, la mancata apertura di quelle passerelle promesse dall’amministrazione comunale di Napoli, il caos della sospensione delle tariffe predeterminate a cause dei lunghi cantieri e l’inadeguato controllo verso abusivi e speculatori. Non va meglio neppure per le strade attraversate da migliaia di veicoli, per le quali si continuano a fare scelte di natura sperimentale come per le targhe alterne e non chiare azioni di lungo termine con azioni più radicali che dovrebbero tenere conto del forte impatto ambientale in territori fragilissimi come la Costiera Amalfitana e la Penisola Sorrentina. Non mancano i problemi anche per raggiungere le altre mete turistiche della provincia salernitana come per il Cilento, tra deviazioni e cantieri. “Siamo al perenne lavoro in corso, con importanti risorse stanziate per progetti che fanno fatica ad essere attuati per diverse concause non dipendenti certo dalle istituzioni locali ma che non ci consentono una programmazione a lungo termine e strutturare questo importante flusso di viaggiatori che ormai, in gran parte dell’anno, sta garantendo eccezionali riscontri economici per le fliiere non solo del turismo ma anche dei servizi. Continua sperimentazione che riguarda anche i trasporti pubblici, come per la vicenda Circumvesuviana con la scelta dell’Eav di sperimentare corse dirette verso la Penisola Sorrentina ma con un parco treni che, malgrado i tanti sforzi sinora compiuti, non garantisce ancora un supporto certo a migliaia di pendolari ed utenti. Lo stesso dicasi per le trasformazioni in corso per la linea storica Fs Napoli Pompei Salerno che, malgrado la comodità dei treni jazz, rischia di essere dimensionata in attesa di scelte strategiche più ambiziose. Non c’è nessuno di noi che punta il dito ma è evidente che un carico del genere non riusciamo a supportalo, se non si realizzano delle strategie straordinarie e che cambino le modalità di governance. L’arrivo di migliaia di crocieristi ad esempio non può che essere importante per Napoli e le altre destinazioni, ma esiste un piano per organizzare questi flussi che si riversano al porto nel momento dell’attracco? Chi coordina le azioni di monitoraggio anche per controlli a terra, come pure per la mole di escursionisti che si riversano nei centri storici e nelle maggiori destinazioni marittime? E quali sono le azioni di coordinamento strategico per evitare il sovraffollamento oltre che annunciare meri divieti ? La corsa di alcuni Comuni ad esempio di istituire delle dmo che dovrebbero servire per meglio gestire risorse per servizi e accoglienza, ci sembra simile a quella di quando in mancanza dell’attuazione della legge 18 sulla riorganizzazione turistica regionale portò all’istituzione di decine di distretti turistici territoriali lasciati sulla carta. E’ dunque necessario compiere uno sforzo per coordinare le diverse istituzioni e lavorare ad una cabina di regia permanente del turismo che consente di andare oltre l’ordinario per meglio posizionare e stabilizzare questi flussi che stanno dando respiro a migliaia di imprese, microimprese, lavoratori e famiglie per un settore che ormai diventato strategico per il nostro territorio. Vorremmo che ai perenni cartelli di “lavoro in corso” anche figurati dovuti a lentezze burocratiche si accompagnino processi di governance autentica capace di meglio gestire i flussi, e di guardare con ulteriore slancio all’eccezionale lavoro di progettazione fatto in questi anni per dotare il territorio di infrastrutture e servizi. Lavorare dunque per garantire ordinario e non disperdere così energie preziose per gli investimenti previsti e di eccezionale valore per un territorio che ha sete di opportunità.