Si è riaperto il campionato con l’Inter raggiunta dal Milan,la Juve a due punti ed il Napoli che, battendo l’ Udinese al Maradona ha scacciato parecchi dubbi e i gufi appollaiati sulla panchina di Garcia. A dare la scossa al vertice la sconfitta dell’Inter al Meazza contro un Sassuolo coraggioso e spavaldo guidato da un Berardi strepitoso.
La notizia più importante viene tuttavia dal Maradona dove, come per incanto, dopo critiche, polemiche e inciuci di bassa lega, s’è rivisto il Napoli della scorsa stagione. Non è bello autocitarsi ma lunedì lo avevamo detto a chiare lettere: Garcia e Napoli chiaritevi subito. Complice la scivolata comune della società con il video del rigore sbagliato da Osimhen a Bologna e quella di Calenda, agente del giocatore, che ha minacciato azioni legali, qualcosa di molto importante deve essere accaduto soprattutto tra squadra, Osimhen compreso, ed il tecnico. I giocatori hanno dimostrato grande maturità e senso di responsabilità e il tecnico intelligenza e disponibilità, quella che dimostrò Sarri nella sua prima stagione dopo la terza giornata di campionato e soli due punti in classifica. Osimhen e Kvaratskhelia hanno disputato una gara da veri trascinatori e il nigeriano ha messo da parte rabbia e delusioni per offrire il meglio del suo repertorio, gol compreso. I tifosi hanno capito, apprezzato e applaudito sostenendo giocatore e squadra per tutta la gara. La grande notizia sono proprio la prestazione del gruppo nel suo insieme e soprattutto quelle di Osimhen e Kvara. Talento puro e rabbia. Il georgiano è entrato in campo deciso a fare la differenza e il sofisticatissimo colpo con cui ha recuperato palla, ha superato Silvestri in uscita e realizzato il gol del 3-0, ha sancito non solo l’ ufficialità della vittoria ma anche la certificazione che i tifosi aspettavano da qualche settimana per riavviare la macchina dei sogni. La prestazione vincente e convincente contro l’ Udinese scaccia critiche e funeste fantasie sul Napoli rivoltato come un guanto e…smontato da Garcia. Evidentemente il tecnico, dopo tante polemiche nei suoi confronti, ha abbandonato la banalità delle certezze (le sue NDA), abbracciando le incognite, per lui, del dubbio. E nel dubbio Garcia ha deciso di concedere una chance al “vecchio” Napoli. Et voilà, si è riscoperta la virtù più importante della squadra: l’ equilibrio accompagnato da una rinnovata ferocia agonistica e dalla voglia di giocare per divertirsi e divertire. Il pubblico in primis ha gradito perché la squadra è apparsa sicura, solida e, appunto, equilibrata. Ogni giocatore al suo posto,nessuno fuori ruolo e scambi di posizione noti a giocatori e pubblico. Un paio di sbavature di posizione dei centrocampisti nelle transizioni difensive, una assai pericolosa al minuto trenta del primo tempo, ma tutti a correre e concorrere per recuperare palla e posizione. Si è rivista la pressione alta che ha inibito la costruzione del gioco dal basso dei friulani sin dall’ inizio e l’ attenzione difensiva di Bologna con il sostegno intelligente degli esterni bassi in fase di costruzione e di quelli alti in fase di copertura e di non possesso palla. Garcia si è sbracciato e sgolato meno del solito ed anche i cambi, senza strascichi polemici, ci sono sembrati più ragionati e funzionali. Non siamo tra quelli che hanno più o meno chiaramente chiesto “Garcia out” o che cambiano giudizio ad ogni partita ma il Napoli visto contro l’ Udinese è stato un Napoli diverso da quello timido e impacciato delle ultime gare. Squadra e allenatore hanno bisogno di cercare la loro dimensione e di scoprirsi a vicenda passo dopo passo. Questi giocatori meritano fiducia e devono capire e aiutare Garcia che, a nostro avviso, ci sembra un signore della panchina ancorché confuso e titubante per non deludere società, tifosi e giocatori. Lui deve però avere il coraggio e la sicurezza di credere nel talento di una squadra che sa giocare a memoria, fidandosi di un gruppo che gli ha dato ieri sera una risposta forte e decisa per un futuro sereno e ambizioso. Lo vogliono i tifosi, lo vuole la squadra, lo pretende un campionato che non può perdere i suoi protagonisti d’azzurro vestiti.