I risultati dello strumento Zes, da qualche tempo, hanno cominciato a prendere la consistenza di un acceleratore dello sviluppo. In Campania, ad esempio, la Zona economica speciale è distribuita in 29 aree. Finora le richieste di investimento approvate sono state 47, per un miliardo e trecento milioni di euro di investimenti. La Zes Campania ha già dato origine a circa tremila posti di lavoro.
La Zes prevede benefici sia sotto forma di incentivi fiscali che di semplificazione amministrativa. Nei primi anni dopo il varo formale, per una serie di motivi, l’agevolazione è rimasta nelle pie intenzioni del legislatore. La svolta è relativamente recente ed è stata determinata dalla nomina di commissari ad hoc e dalla messa in operatività dello sportello unico digitale, che permette di avviare l’investimento previa una sola autorizzazione, anziché le decine previste in precedenza.
Le Zes, non solo in Campania, hanno cambiato registro e sono decollate. In uno scenario condizionato da conflitti di potere tra istituzioni e da una burocrazia inefficiente, le Zes si pongono in controtendenza, rappresentando una best practice nel quadro della strumentazione agevolativa. Una chiave di volta per la costruzione di un processo di attrazione di nuovi insediamenti o di consolidamento e ampliamento di quelli preesistenti.
In questo scenario, ben venga l’estensione dei benefici a tutto il Mezzogiorno. La Zes unica potrà costituire un volano per lo sviluppo e, conseguentemente, per la riduzione del divario territoriale. Bisogna, tuttavia, evitare che il coordinamento centrale comporti un rallentamento delle procedure di valutazione e assegnazione dei benefici. In caso contrario, un potenziale vantaggio si trasformerebbe in un boomerang, bloccando il processo virtuoso avviato.
Il Ministro per gli Affari esteri, le Politiche di Coesione, il Pnrr e il Sud, Raffaele Fitto, è stato il convinto artefice della decisione di passare da una pluralità di Zes autonome l’una dall’altra a una Zes unica per l’intero Meridione. Si è trattato di una scelta coraggiosa e che potrebbe rivelarsi vincente, proprio per l’effetto pervasivo assicurato al Sud, diventato nel suo complesso terra d’elezione per nuovi insediamenti.
Il Ministro è chiamato, peraltro, ad assicurare una governance dello strumento che coniughi ampliamento delle possibilità con efficacia e speditezza delle istruttorie. Deve farsi carico di questo ineludibile obiettivo. La Zes è una occasione troppo importante per rischiare di sprecarla o, in ogni caso, di ridurne l’impatto per le prospettive di sviluppo della Campania e del Sud.