A chi stentasse a capire il motivo dell’attenzione particolare che il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano dedica alla valorizzazione del patrimonio artistico, monumentale, editoriale del Mezzogiorno, consiglio di dare un’occhiata non fuggevole ai dati del Rapporto “Io sono Cultura 2023”, curato da Unioncamere-Symbola-Centro Studi Tagliacarne. Il sistema produttivo culturale e creativo realizza nel Sud un valore aggiunto diretto di 13,4 miliardi, per un’occupazione di poco meno di 265 mila persone. Si tratta di un risultato insoddisfacente, se si guarda alla media Paese. L’incidenza della filiera culturale del Mezzogiorno è del 3,9% sulla ricchezza totale prodotta, del 4,2% sull’occupazione. La media italiana è 5,6% su ricchezza prodotta, 5,8% su occupazione. Tutte le regioni meridionali sono agli ultimi posti in queste due graduatorie, con la Campania che, pur con numeri migliori, resta comunque indietro rispetto agli standard nazionali. Malgrado la provincia di Napoli sia al quarto posto assoluto per ricchezza prodotta dall’industria culturale (3 miliardi) e per posti di lavoro creati (52mila 200), non figura nei primi venti posti se si guarda al valore percentuale dell’incidenza sul totale del pil provinciale. C’è insomma tanto da rivedere, tanto da fare. Dalla valorizzazione di beni lasciati per troppi anni al degrado, alla definizione e attivazione di strategie di marketing per promuovere strutture e attività culturali. E se qualcuno non lo capisce, ce ne faremo una ragione!