NAPOLI – Alla vigilia della partita contro l’ Union Berlino l’atmosfera che si respirava a Napoli era di assoluta fiducia per un risultato che avrebbe dato agli azzurri la quasi certezza del passaggio agli ottavi di Champions League. Niente di più sbagliato concettualmente, perché questa squadra, timorosa e incerta tatticamente, ha bisogno di essere sempre concentrata al massimo, anzi di più, per riuscire a tirar fuori una prestazione di buon livello se supportata anche dal cuore e dall’ orgoglio come è capitato a Genova e contro il Milan. Perché il Napoli di questa stagione, il Napoli di Garcia messo sotto tutela, è questo qui. Un guazzabuglio di idee tattiche confuse che squilibrano la squadra e che danno sempre la sensazione che la squadra possa finire alla mercè dell’ avversario, anche il meno titolato. Come era l’Union Berlino sceso al Maradona con il poco edificante palmares di 12 sconfitte consecutive…Ma questo Napoli è tornato ad essere l’incompiuta di passate stagioni quando tutti si aspettavano il salto di qualità decisivo, quello step che avrebbe potuto proiettarlo nell’Olimpo del calcio europeo. E allora vien da chiedersi, dopo l’inopinato pareggio del Maradona che può far ripiombare l’ambiente in una pericolosa crisi di nervi, se il successo straripante della scorsa stagione non sia stato piuttosto figlio di una casualità che ha trovato compiacente alleanza nell’ harakiri continuo delle rivali che sembrava giocassero a…perdere. Contro i tedeschi di Berlino, che schieravano in campo un Bonucci chiaramente al viale del tramonto, gli azzurri hanno giocato un calcio discreto fino al gol, fortunoso, di Politano, poi come quasi sempre, la squadra pian piano è sembrata bearsi del vantaggio e non aver quel Killer istinct che ha contraddistinto la scorsa stagione. Dire se le colpe siano solo e tutte di Garcia, a questo punto può diventare un gioco al massacro che rischia di creare un tutti contro tutti che può solo nuocere ulteriormente al precario equilibrio della stagione. Aver subito il pareggio su un’azione che vedeva il Napoli battere l’ennesimo calcio d’angolo e favorire invece il contropiede tedesco a difesa sguarnita e squadra squilibrata in avanti, significa chiaramente che non ci sono né idee di gioco né la testa necessaria per gestire difficoltà evidenti su tutto il rettangolo di gioco. Aver cercato di vincerla con il cuore senza metterci raziocinio, intelligenza e un minimo di capacità del collettivo di giocare da squadra, fa tornare indietro ai tempi di Ancelotti che pensava di poter migliorare una squadra col suo carisma e non si rendeva conto che quella squadra era assai mediocre sotto il profilo della personalità. S’era illuso anche Garcia, s’è completamente sbagliato il presidente di poter essere il deus ex machina dell’attuale situazione. L’ 1-1 contro l’Union Berlino non fa perdere di vista il passaggio agli ottavi, ma lancia un messaggio chiaro al campionato: se la squadra non recupera subito umiltà, intensità e voglia di dominare gli avversari, anche una formazione reduce da 12 sconfitte consecutive può metterla in difficoltà aprendo scenari imprevedibili. Ci pensi il presidente, subito. E’ ancora in tempo per non perdere quello che sembrava un diamante e che ora sembra diventato pietra grezza.