Il punto di riferimento centrale sarà Palazzo Reale, ma saranno anche diverse altre le location prescelte per dare sostanza alla tre giorni napoletana Unesco del 27-29 novembre, destinata a organizzare la manifestazione “Cultural Heritage in the 21st Century”. Un grandissimo successo, per i Ministri della Cultura Gennaro Sangiuliano e degli Affari esteri e Cooperazione internazionale Antonio Tajani, aver ottenuto di ospitare in Italia una kermesse alla quale accorreranno delegati di 194 Paesi del mondo. In particolare, una vittoria indubbia anche per la città di Napoli, che pare sia riuscita a superare la concorrenza di un altro polo nazionale della cultura, quale è Firenze.

Occorre dire che i numeri avallano questa scelta, cui ha concorso anche l’impegno organizzativo evidenziato dal Sindaco Manfredi e dalla sua amministrazione. Una recentissima ricerca di Srm, il centro studi di Intesa Sanpaolo, evidenzia come Napoli e provincia, da sole, assorbano circa il 67% dei visitatori del sistema museale e architettonico-monumentale del Mezzogiorno. Un Sud che, proprio grazie a Napoli e alla Campania (che incide per l’80%), conta il 30% dei visitatori dell’intera Penisola. Nel Mezzogiorno ci sono 12 dei 45 siti archeologici Unesco riconosciuti. Napoli, a partire da Pompei, domina la scena. La sensazione è che, grazie anche all’impegno delle istituzioni, questi valori stanno generando anche valore aggiunto e nuova occupazione. Bisogna insistere sulla strada virtuosa intrapresa.