Secondo uno studio della Cgia di Mestre, l’apporto dei Comuni italiani alla lotta contro l’evasione fiscale è modesto. Scarsa è la collaborazione fornita all’Agenzia delle Entrate per tributi statali come Irpef, Ires, Iva, imposte di registro e imposte catastali. Nel 2022, grazie all’aiuto del Comuni, lo Stato ha potuto recuperare soltanto sei milioni e mezzo di euro. Nel caso di Napoli, il contributo è stato di appena 1.302 euro. Eppure, le amministrazioni locali avrebbero convenienza a supportare l’erario, visto che quanto recuperato con la loro azione viene per metà destinato alle casse comunali. Il ‘beneficio’ (si fa per dire!) per il bilancio di Palazzo San Giacomo nel 2022 è stato dunque di appena 651 euro. Ad aumentare lo sconcerto, sta il fatto che questa situazione peggiora negli anni. Se nel 2022, per il tramite dei Comuni, sono stati recuperati 6,5 milioni, nel 2014 se ne raccoglievano 21,7, quasi il triplo. Il dubbio, ma direi anche la certezza, è che la struttura comunale attrezzata per il recupero delle imposte costi molto di più del ‘fatturato’ che realizza per sé stessa e per lo Stato. Il buonsenso vorrebbe che si concentrasse la lotta all’evasione su obiettivi più concreti e magari proficui (grandi evasori), nell’attesa di migliorare l’intervento su più ampia scala, dopo aver ridotto la pressione fiscale.