Il maggior merito della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e del Ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, se guardiamo all’impostazione della manovra finanziaria per il nuovo anno, sta nell’aver tenuto duro. Ovvero, nel non aver ceduto alle richieste di aumentare la spesa pubblica, provenienti da tantissime corporazioni, interessate al proprio ‘particulare’, ma non al destino del Paese.

Se i conti pubblici sono in ordine, o quanto meno restano in condizioni tali da non poter dare adito a forti speculazioni da parte dei mercati finanziari, se ne avvantaggiano più o meno tutti i cittadini italiani. L’errore è di ritenere che lo Stato possa aumentare le risorse a comando, indebitandosi sempre di più.

La categoria che è più in grado di capire Meloni e Giorgetti, ovviamente, è quella degli imprenditori, abituati a confrontarsi con i bilanci delle proprie aziende. Loro sanno che, se aggiungi da una parte, devi togliere dall’altra. Anche per lo Stato vale la stessa cosa: o aumenti le entrate (più tasse) o riduci le spese in certi settori per poter ricavare risorse da destinare ad altre finalità.

In Italia, tuttavia, sono in troppi a fare finta di non capirlo. E a lamentarsi se da qualche consesso internazionale come la Bce o l’Ue, o da qualche altro Paese dell’Unione europea, arrivino inviti alla tenuta e all’equilibrio dei conti. Per nostra fortuna, l’attuale timoniera ha la testa sulle spalle!