Il cammino da fare è molto lungo e le distanze tra Nord e Sud in tema di presenze industriali sono enormi. È tuttavia incoraggiante che, nei primi nove mesi del 2023, siano state ammesse alle agevolazioni relative ai contratti di sviluppo 31 imprese, di cui 24 per investimenti effettuati solo nel Mezzogiorno. Nelle regioni meridionali gli investimenti attivati da gennaio a fine settembre ammontano a circa 3 miliardi, a cui devono aggiungersi 800 milioni riguardanti progetti multiarea, da concretizzare cioè in più regioni. Nei primi nove mesi del 2022 gli investimenti attivati nel Sud erano stati complessivamente di 970 milioni, quindi meno di un terzo.

Ci sono, insomma, settori industriali che si fanno strada anche nel Sud e che, per lo più, si consolidano, perché tradizionalmente già presenti nel territorio meridionale. Parliamo di alimentare, automotive, farmaceutico, energia, trasporti e logistica, ma anche di industria turistica.

Occorre proseguire su questa strada, perché solo il lavoro produttivo, e non l’assistenza, può assicurare il rilancio del Mezzogiorno. Naturalmente, serve anche una politica fortemente concentrata sull’obiettivo di ridurre il divario di infrastrutture e di servizi, che penalizza non solo i cittadini ma anche le imprese che operano nel Meridione.