Non sta a noi entrare nella dialettica politica, ma crediamo che i cittadini, al di là delle schermaglie tra fazioni, abbiano diritto a che sia fatta chiarezza su alcune questioni. Il Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, polemizzando col Governo, minaccia di ricorrere alla magistratura in merito alle risorse del Fondo Sviluppo e Coesione da destinare al Sud e non ancora assegnate. Va sottolineato, al riguardo, che la nuova governance prevede che i fondi siano ripartiti previo accordo tra Governo ed Ente regionale. La rivendicazione di De Luca, a ogni modo, sembra avere del fondamento ed è importante che l’Esecutivo, a cominciare dal Ministro per il Sud Raffaele Fitto, faccia chiarezza su intendimenti e tempi per procedere sugli Fsc. Un altro interrogativo che va posto alle due Istituzioni, Regione e Governo, riguarda le precedenti tornate di quei fondi. È vero che vi sono risorse non spese? E, se fosse così, per quale motivo non se ne accenna e lo stesso De Luca non ne parla? Non si tratta di accusare l’una o l’altra parte, ma solo di pretendere da ‘chi sa’ che si dia conto dell’intera faccenda, e non solo del capitolo ancora da attivare e rimasto ai nastri di partenza. Dal Governo e dal Ministro Fitto, in particolare, ci piacerebbe che arrivassero risposte a una serie di ulteriori quesiti. Come si intende procedere, ad esempio, per rifinanziare con altri capitoli di spesa i Comuni per i progetti stralciati dal Pnrr nuova versione? Come si sa, questa partita riguarda prevalentemente gli enti locali del Mezzogiorno. Sempre il Sud, la sua gente, ha diritto che si dia conto dei 3,7 miliardi del Fondo perequazione infrastrutturale che, secondo l’ex Ministro Carfagna, sarebbero stati resettati a margine dell’ultima manovra di bilancio. Come è stato possibile? Forse sono stati recuperati in altro modo? I dubbi non si fermano qui. È sicuro che, malgrado i depennamenti di opere, la riserva del 40% per il Sud prevista dal Pnrr sarà rispettata? E quella dell’80% del Fondo sviluppo coesione? Altri interrogativi, che si spera possano essere risolti in questi giorni, concernono la Zes unica e i regimi in proroga delle otto Zes destinate a fargli posto. È vero che, nonostante la proroga a tutto febbraio, di fatto i Commissari delle otto Zes non hanno formalmente i poteri per continuare a gestire le ultime pratiche di autorizzazione agli investimenti? Si potrebbe continuare, ma già così siamo in presenza di troppi dilemmi. Che riguardano il Mezzogiorno, area per decenni già discriminata dalle politiche di chi ha preceduto Giorgia Meloni.