Gaetano Sammartino (Presidente SIGEA Campania – Molise) : “In Italia un aumento di prelievo d’acqua, per uso civile, di 614 milioni di metri cubi. Nell’insieme, le regioni del Nord-ovest – ha continuato Sammartino – e del Sud contribuiscono a più della metà dei prelievi complessivi di acqua per uso potabile. In particolare, la Lombardia è la regione dove si preleva il maggior volume di acqua per uso potabile (il 15,7 per cento del totale nazionale), ma quantitativi consistenti si captano anche nel Lazio (12,4 per cento) e in Campania (10,3 per cento). Di contro occorre registrare un altro dato importante che è quello delle perdite idriche totali. Le regioni con la quota più elevata di comuni con perdite superiori al 70 per cento sono, nell’ordine, Lazio, Friuli-Venezia Giulia, Campania, Basilicata. Il 25, a Napoli, riuniremo istituzioni e società civile ma anche il mondo della ricerca”.
A Napoli – Giovedì 25 Gennaio – ore 9 e 30 – Sala Nugnes, Via Verdi 35 – Conferenza sulla Gestione del Patrimonio Idrico Campano.
Interverranno tra gli altri : Gaetano Manfredi, sindaco della Città Metropolitana, Egidio Grasso, Presidente dell’Ordine dei Geologi della Campania, Lorenzo Benedetto, Presidente della Fondazione Centro Studi del Consiglio Nazionale dei Geologi, Mauro Grassi (Direttore Fondazione ERTH AND WATER AGENDA) Gennaro Annunziata (Presidente Ordine Ingegneri della Provincia di Napoli), Maurizio Montalto (Presidente Istituto Italiano per gli Studi delle Politiche Ambientali), Stefano Sorvino (ARPAC Direttore Generale), Luca Mascolo (Presidente Ente Idrico Campania). Conclusioni dei lavori a cura di Vera Corbelli (Segretario Generale Autorità di Bacino Distretto Appennino Meridionale.
“Sulla risorsa idrica, in Italia occorrono interventi strutturali e non strutturali, ad esempio la verifica e alla ricalibrazione di tutte quelle concessioni idriche che sono state rilasciate nel passato, quando le condizioni climatiche erano certamente migliori rispetto al presente. I fiumi sono in magra anche perché esiste una rete di prelievi autorizzati e non, tra l’altro; ma anche quelli autorizzati oggi vanno rivisti, perché purtroppo la situazione è notevolmente peggiorata. Necessitano interventi strutturali, tra questi vi è la necessità di adeguare le condutture idriche, le quali, specie al sud, fanno registrare una perdita di oltre il 50%, cioè circa la metà dell’acqua che viene distribuita, dai consorzi e dagli Enti gestori delle acque pubbliche, vengono dispersi nell’ambiente e non arrivano mai a destinazione. Il volume di acqua complessivamente prelevato per uso potabile sul territorio italiano da oltre 1.800 enti gestori di fonti di approvvigionamento è pari a 9,49 miliardi di metricubi nel 2015. Per questo la Società Italiana di Geologia Ambientale ha voluto riunire le istituzioni, ma anche scuole e società civile, a Napoli. Il 25 Gennaio, terremo la Conferenza sulla Gestione del Patrimonio Idrico in Campania. In Italia, il volume prelevato per uso potabile è cresciuto costantemente negli ultimi anni. Rispetto al 1999, anno del primo Censimento delle acque per uso civile, nel 2015, si osserva un aumento del volume prelevato del 6,9 per cento, pari a circa 614 milioni di metri cubi di acqua”. Lo ha annunciato Gaetano Sammartino, Presidente della Società Italiana di Geologia Ambientale sezione Campania – Molise.
A Napoli si analizzerà un tema davvero importante come – L’intelligenza artificiale a supporto della gestione dell’acqua. Uno strumento innovativo per il controllo e la limitazione delle perdite idriche con Irene Stramaccioni (MìPU Machine Care Società Benefit)
Giovedì 25 Gennaio, alle ore 9 e 30, Sala Nugnes, Via Verdi 35, Napoli – apertura della Conferenza sulla Gestione del Patrimonio Idrico Campano, con Gaetano Manfredi, sindaco di Napoli e sindaco della Città Metropolitana, Gaetano Sammartino, Presidente Società Italiana di Geologia Ambientale sezione Campania e Molise, Egidio Grasso, Presidente dell’Ordine dei Geologi della Campania, Mauro Grassi (Direttore Fondazione ERTH AND WATER AGENDA) Disponibilità e utilizzo della risorsa idrica in Italia, Giuseppe Onorati (Dirigente ARPAC – UOC Monitoraggio e Cemec), Lorenzo Benedetto (Centro Studi CNG), Gennaro Annunziata(Presidente Ordine Ingegneri della Provincia di Napoli), Maurizio Montalto (Presidente Istituto Italiano per gli Studi delle Politiche Ambientali), Stefano Sorvino (ARPAC Direttore Generale), Luca Mascolo (Presidente Ente Idrico Campania). Conclusioni dei lavori a cura di Vera Corbelli (Segretario Generale Autorità di Bacino Distretto Appennino Meridionale.
Non è esclusa la partecipazione di Fulvio Bonavitacola, Assessore Ambiente della Regione Campania.
Preleviamo tanto ma perdiamo anche tanta acqua.
“Un approvvigionamento così consistente è reso possibile da una produzione giornaliera di 26,0 milioni di metri cubi di acqua, che corrisponde a un prelievo di 428 litri giornalieri per abitante, pari a 156 metri cubi annui pro capite. Nell’insieme, le regioni del Nord-ovest – ha continuato Sammartino – e del Sud contribuiscono a più della metà dei prelievi complessivi di acqua per uso potabile. In particolare, la Lombardia è la regione dove si preleva il maggior volume di acqua per uso potabile (il 15,7 per cento del totale nazionale), ma quantitativi consistenti si captano anche nel Lazio (12,4 per cento) e in Campania (10,3 per cento). Di contro occorre registrare un altro dato importante che è quello delle perdite idriche totali. Le regioni con la quota più elevata di comuni con perdite superiori al 70 per cento sono, nell’ordine, Lazio, Friuli-Venezia Giulia, Campania, Basilicata ed a seguire, tutte le regioni che si trovano nell’area del Mezzogiorno”.
Il confronto con gli altri Paesi Europei.
“Il confronto internazionale del volume pro capite di acqua che viene annualmente prelevata per uso potabile da corpi idrici superficiali o sotterranei nei 28 Paesi dell’Unione Europea – ha concluso Sammartino – mostra che l’Italia, con 156 metri cubi per abitante, è il paese con il prelievo maggiore, seguita da Irlanda (135 metri cubi per abitante) e Grecia (131 metri cubi per abitante). Di contro, Malta è il paese in cui il valore dell’indicatore raggiunge il minimo (31 metri cubi per abitante). Prelievi per uso potabile piuttosto contenuti si rilevano nella maggior parte dei paesi dell’Europa dell’Est”.