Ormai é diventato l’esercizio più ripetuto, anzi esclusivo, del quotidiano “Repubblica”. Non c’é giorno che non siano pubblicati articoli che mirano esclusivamente ad alimentare odio e malessere nell’opinione pubblica contro il Governo o suoi rappresentanti istituzionali. Poco importa se si tratta di bufale o notizie assolutamente infondate, o create a tavolino. Magari da verificare prima di pubblicarle, per la loro palese inconsistenza o manifesta improbabilità. E invece i redattori del quotidiano romano o articolisti “d’assalto” vanno avanti, ammalati come sono di ipocrisia e “partigianeria” politica all’ultimo stadio di malattia.
L’ennesimo caso in ordine di tempo, é dato dalla notizia falsa ma ugualmente pubblicata con enfasi e forte “preoccupazione democratica” sulle prime pagine di Repubblica, che il Telegiornale RAI della Prima Rete Televisiva (TG1) avesse volontariamente escluso la Schlein, Segretaria del maggior partito di opposizione, dalle dichiarazioni in video trasmesse dal Telegiornale della “rete ammiraglia” RAI, nel mese di Dicembre dell’anno appena trascorso. Lamentando, tra l’altro, un ulteriore elemento assolutamente falso. E cioè che questa “censura” nei confronti del numero uno del PD fosse, al contrario, voluto e scaturito dallo spazio spropositato che la RAI avrebbe concesso alla Meloni ed altri rappresentanti di Governo nel medesimo periodo.
Una sorta di “sostituzione etnica” e di bavaglio artatamente confezionato per la Schlein e la sua parte politica. Cosa che probabilmente non avrebbero fatto neppure i regimi Iraniani o di altri Paesi palesemente antidemocratici ed autoritari.
E nella redazione di Repubblica non ci avevano pensato? Poteva mai accadere che il TG1 si macchiasse di una tale e inaudita azione di censura verso il PD e i suoi rappresentanti? No di certo! Ma per costoro tutto fa brodo. Lamentarsi e denunciare il bavaglio dell’informazione a danno della sinistra, pubblicando false e deliranti bugie, era l’unico interesse di certa stampa. Inondare i media con notizie così gravi, pur se completamente e consapevolmente false, costituiva una occasione troppo ghiotta per attaccare il Governo. E così é stato. Almeno fino a quando la RAI non ha deciso di intervenire a tutela della propria buona fede e della propria immagine aziendale, smentendo i dati falsi pubblicati da Repubblica, attraverso i dati reali che al contrario aveva fornito “L’OSSERVATORIO DI PAVIA”, Organismo tecnico cui é delegato il monitoraggio mensile sulla informazione politico-istituzionale sui mezzi di informazione della RAI. (Tg1, Tg2, Tg3 ed altre testate della tv pubblica).
Da questi dati incontrovertibili, confermati tra l’altro anche dall’AGCOM (l’Agenzia Statale sulla correttezza e imparzialità dell’informazione pubblica, e non solo) risulta in maniera sin troppo eloquente e inconfutabile che nel periodo considerato dall’articolo di Repubblica (giorni 1 / 31 Dicembre 2023) il Partito Democratico, con tutti i suoi diversi membri, é stato il partito più rappresentato con proprie dichiarazioni politiche mandate in onda sulle reti RAI, con percentuali del 19,8 % di filmati trasmessi.
Fratelli d’Italia, si attesta al secondo posto con il 17,3 %. Il Movimento 5 Stelle é terzo con il 14,7 % di video trasmessi dalle reti Rai con dichiarazioni di rappresentati del movimento.
Ma il dato ancora più eloquente é certamente quello delle percentuali di presenza televisiva dei leader politici raccolto da l’Osservatorio di Pavia, confermato dalla AGCOMM per il medesimo periodo del mese di Dicembre 2023, dal quale risulta:
Quarta posizione Giuseppe Conte 5 Stelle minuti totali di riprese RAI 6,57 %
Terza posizione Giorgia Meloni FdI minuti totali di riprese RAI 7,14 %
Seconda posizione Sergio Mattarella P. Rep. minuti totali di riprese RAI 8,4 %
Prima posizione Elly Schlein PD minuti totali di riprese RAI 14,11 %
Una percentuale di tutto rispetto, quello della Schlein che non poteva certo sfuggire ai media, ma neanche ai redattori di Repubblica che, strumentalmente, hanno pubblicato una bufala, sapendo bene che si trattava di un errore di trasmissione di dati per altro immediatamente corretti. Ma necessari agli autori dello “scoop” al fine di “avvelenare i pozzi dell’informazione”, proprio in un momento estremamente delicato e difficile per la politica nazionale, alle prese con eventi internazionali oltremodo drammatici e con pericolosi e inesauribili focolai di guerra ai confini dell’Unione Europea e nel Mediterraneo Orientale. Eventi che richiederebbero auspicabilmente e al contrario, maggior serietà professionale degli operatori dell’informazione, coesione nazionale e collaborazione istituzionale fra tutte le forze politiche. Non escluso, anzi a partire, dalla Stampa autenticamente libera.