La geometria politica dell’angolo retto capovolto

di Rosario Lavorgna

Bruxelles – Nonostante tutto quello che sta accadendo, (perché quello che sta accadendo sta succedendo sul serio, non come alcuni analisti usciti di senno vorrebbero farci intendere proponendo la tesi di un accordo su tutto, compresa la guerra, i morti, le spartizioni e la fine del conflitto), in seno alla Comunità europea non si riesce a trovare la quadra sul price cap al gas russo. La forte opposizione tedesca al tetto sul prezzo durante il consiglio dei ministri europei dell’Energia, è il chiaro segno che la dipendenza morale e materiale dalla Russia è ancora tanta. Il timore, o almeno la scusante per la contrarietà, riguarda una possibile fuga di gnl verso altri mercati, come quello Asiatico, che minerebbe la capacità di approvvigionamento dell’UE.
La scelta della Germania è quella di porre un freno al prezzo del gas attraverso uno scudo da €200 miliardi, che ovviamente pagheranno i Tedeschi, anzi, noi europei. Sulla stessa lunghezza d’onda di Berlino pare essere anche Il ministro italiano della transizione energetica Cingolani, ritenendo il cap al pari di una sanzione verso Mosca che non avrebbe un effetto rilevante sul prezzo medio considerando che l’attuale fornitura di gas russo all’Europa è minima. Una dichiarazione del genere è ovviamente da interpretare come un esplicito timore reverenziale verso chi il gas comunque ha deciso di non fornircelo più. Traducendo in italiano moderno: siamo sempre con i pantaloni abbassati nella posa arcuata, tanto cara ai governi degli ultimi 20 anni…almeno. La UE, intanto, è più orientata ad un “tetto con forchetta”. Un range entro cui convivano un minimo ed un massimo per le oscillazioni di prezzo. Un fatto è certo, come detto e stradetto da analisti economici e militari di mezzo mondo: Se Putin, non viene isolato a livello internazionale, questa guerra andrà avanti e si allargherà presto ben oltre i confini dell’Ucraina. In tutto questo il mondo libero ha un solo vantaggio: Putin non è la Russia e la Russia non è Putin.

7 pensiero su “L’Europa si divide sul price cap al gas russo. La dipendenza morale e materiale da Mosca è ancora enorme”
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