Addio sogni di gloria. Ammesso e non concesso che una classifica già impietosa per una squadra e per giocatori che stanno offendendo quel triangolino tricolore portato con disonore sulle maglie in questa stagione, potesse ancora dare speranze( minime) di recuperare un posto utile per la prossima Champions League, la trasferta di Cagliari ha detto chiaramente che questo Napoli, anche se in panchina sedessero Cruijff, Ferguson e Guardiola, è una non-squadra, una specie di zombi calcistica che gioca per inerzia ma senza una idea di gioco o di voglia di tentarne una.
Cagliari è stata una delle partite peggiori e più strambe della stagione contornata da situazioni e episodi a volte emotivamente forti altri quasi da comiche, vedi l’ autogol ora di Rrhamani e i gol falliti da Politano e Simeone, senza un filo logico che legasse i movimenti, le azioni, i tentativi di 16 persone di dare un senso e una concretezza al gioco. Saranno state le prime…lezioni di Calzona che hanno riempito fin troppo le teste…vuote o svuotate di quei principi di gioco che nella scorsa stagione portarono al trionfo gli azzurri?
Non lo crediamo proprio. I propositi del tecnico erano e sono improntati, a nostro avviso, ad un sano realismo di cui ha terribilmente bisogno la società che deve ripartire, per l’ ennesima volta da una situazione di ombre più che di luci. Visti i propositi della vigilia, il buon pareggio di Champions contro il Barcellona, la gara contro il Cagliari ha deluso società, tifosi e, sicuramente, lo stesso Calzona. Il neo allenatore sembra in sintonia con il programma della società, sta lavorando per (ri)dare omogeneità al gruppo e capire dove e come questa squadra può migliorare nel breve dando una scossa a troppi giocatori narcotizzati, forse, dall’ effetto scudetto. A Cagliari è successo che finalmente la squadra aveva trovato il vantaggio a differenza di quanto era successo contro Salernitana, Verona e Genoa, trovando il gol in trasferta dopo 560′ di gioco, ma neanche avere sfatato quello che con Mazzarri sembrava diventato un tabù è servito a conquistare i tre punti. Il modo molle e pieno d’ egoismo con cui è stato fallito dagli attaccanti in campo,per ben due volte, il gol del raddoppio è stato accompagnato dallo stesso modo insulso e impacciato con cui i difensori hanno aperto le maglie al gol del pareggio di Luvumbo al minuto 6 di recupero. A quel punto c’ era ben poco da poter fare ed alla fine ha raccolto il punto un Cagliari modesto ma in buone condizioni atletiche e mentali e soprattutto con le idee chiare nel non voler perdere pur rischiando qualcosa nel finale nel tentativo, riuscito al fotofinish, di portare a casa un punto. Calzona ha tanto da lavorare, gli basterà il tempo a disposizione? La difesa è da inizio stagione il tallone di Achille del Napoli ma anche l’ attacco viaggia su medie gol da parte sinistra della classifica. In poche parole sono svanite quella sicurezza e quella feroce determinazione della scorsa stagione presente in tutti i reparti e che ha costituito l’ arma vincente degli azzurri. Oggi è sotto gli occhi di tutti che è svanita l’ attenzione collettiva, la voglia di soffrire per raggiungere l’obiettivo. Quale sia dopo il pareggio di Cagliari è difficile dirlo. Toccherà a Calzona individuarlo e motivare il gruppo per raggiungerlo. Difficilissimo… soprattutto, diciamo noi, perché non si può esonerare un presidente…