La concezione orientale del tempo è per i nostri amministratori una dimensione esistenziale. Di rimando in rimando, di rimbalzo in rimbalzo, come un pallone vagante senza meta, senza l’obiettivo di una porta e di una rete, i programmi rimangono tali, il cambiamento è consegnato a un eterno domani.
Ammirevole il procedimento dissuasivo con cui il Sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, ha inteso respingere con garbo la proposta del Presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, di costruire un nuovo stadio a Bagnoli. Non ce la faremo mai per gli Europei di calcio del 2032, in pratica gli ha detto, non dimenticarti che occorre innanzitutto completare le bonifiche.
Di bonifiche, per Bagnoli, si parla da tempo immemore. Si dice, ecco, ma non si fa, il contrario di quanto si ammiccava in un’antica canzonetta.
La bonifica, in tal modo, si è elevata ad alibi inconfutabile, che frustra qualsiasi velleità di procedere nel concreto.
E poco importa se, per molti opinionisti della vicenda sportiva, quella del presidentissimo era e resta una boutade. Troppi i soldi occorrenti per il Maracanà post-siderurgico, Aurelio mirava soltanto a scompigliare le carte, ad alzare la posta con il Comune per ottenere di più, nel prospettato intervento di ristrutturazione del Maradona. E via dicendo.
Non sappiamo se, e in che misura, queste ipotesi abbiano un fondamento. Quello che esteticamente ci ispira, quasi ci commuove per la tenuità delle condotte, per l’immaterialità delle risultanze, è la splendida contraddizione di un procedere che si pesta i piedi con levità, si contraddice a ogni passo, senza alterarsi ma, anzi, con il sorriso sulla bocca.
Manfredi e il Ministro per il Sud Raffaele Fitto raggiungono una storica intesa sulla colmata. L’obbrobrio che snatura la linea di costa non si rimuoverà, anzi si rimuoverà, ma soltanto per il 10%, e con tanti risparmi per le esangui casse pubbliche. Ci vorrà tempo, poi si cominceranno a pianificare le operazioni per la bonifica a mare, mentre continueranno, ma senza alcuna data conclusiva prefissata (e ci mancherebbe!) i lavori delle bonifiche a terra.
Chi deve mangiare, si arrangi altrove, Bagnoli è fatta per i poeti. È un sogno che si perpetua di fiasco in fiasco, tra impianti sportivi non a norma e sequestri attuati e revocati a mano a mano che si fa luce (si fa per dire!) sulle inchieste.
Chi deve mangiare, emigri pure. Bagnoli è fatta per chi può permettersi di restare. E, tra una speculazione e l’altra, di dare una sbirciatina a rendering e varianti al Prg. Con le certezze pasciute di un Gattopardo partenopeo.