Dopo i centosettantamila nuovi assunti del 2023, altrettanti dovrebbero trovare posto nella Pubblica amministrazione nell’anno presente. La grande infornata, anzi, è in programma nella prima metà del 2024: circa centomila ingressi tra Inps, Agenzia delle Entrate, Poste e Sanità.
Siamo i primi a sostenere che la ‘malaburocrazia’ è uno dei mali italiani più gravi, perché rallenta, oppure ostacola addirittura, l’attività economica. Altra cosa, tuttavia, è il giudizio su questa svolta, sicuramente positiva per la nazione. In Campania, per fare un esempio, si potrà finalmente porre un rimedio almeno parziale alla carenza di medici nei pronto soccorso ospedalieri.
Insomma, ridurre gli sprechi, gli appalti gonfiati, le attività che si sovrappongono e si doppiano, è una cosa; aumentare gli organici quando servono per espletare servizi fondamentali per la società, è altra cosa.
Ben venga, dunque, il rafforzamento e il ringiovanimento degli organici Pa. Ci auguriamo, naturalmente, che sia effettuato con criteri meritocratici e non premiando gli amici degli amici.