Una sinistra mai così disperata cui non rimane che “avvelenare i pozzi” dell’informazione.
E’ un antico problema tutto italiano quello di avere una certa stampa super politicizzata che mira a dettare l’agenda politica ai partiti e alle Istituzioni. E quando qualcuno nei palazzi governativi non l’ascolta o fa volentieri a meno di curarsi dei tentativi di condizionamento più o meno palesi di questo potere tutt’altro che occulto (ma sicuramente velenoso e pernicioso), ecco esplodere il corto circuito della polemica strumentale. Sempre strisciante, ossessionante, partigiana sino all’impossibile, ipocrita e bugiarda, falsa e preconfezionata a tavolino pur di raggiungere il proprio obiettivo: creare malessere nel Paese. Fomentare rivendicazioni di ogni tipo, allarmare oltre modo la popolazione su temi sensibili del vivere quotidiano, ficcandoci dentro, sempre, con puerile disinvoltura ma con arte sopraffina, il fascismo e i suoi “pericolosi rigurgiti”. Elementi pretestuosi che in realtà riescono a “percepire” solo alcuni giornali e tutta la sconquassata e variopinta armata della sinistra nostrana. Con in testa l’ANPI, gli anarchici e i militanti dei centri sociali con le frange più radicali dei sindacati e poi, via via, gli abortisti oltranzisti, i sostenitori delle rivendicazioni LGBT, i filopalestinesi e chi più ne ricorda più ne metta. Ma questa “vecchia abitudine” della sinistra, sostenuta e indirizzata dalla stampa amica, ora sta sinceramente superando i limiti della decenza, dell’umanamente sopportabile, della schizofrenia più pericolosa, senza controllo nè freni. Si attacca tutto e tutti coloro che esprimono pareri su argomenti che i “sinistri” ritengono, erroneamente ed in maniera arrogante, di loro esclusiva competenza o responsabilità. Parlano e sparlano a vanvera con atteggiamenti di presunta superiorità, con toni prevaricatori e troppo spesso violenti, attribuendo patenti di antidemocraticità e comportamenti illiberali a destra e a manca. Allargando sempre più il ventaglio dei propri bersagli e intimorendo (secondo loro!) ogni soggetto ritenuto avversario. O meglio, nemico.
Di esempi di questi atteggiamenti ai limiti della follia pura, negli ultimi mesi ne abbiamo collezionato una autentica marea. Ed é sempre la stessa storia che si ripete, con punte più accentuate per quantità e cattiveria nei periodi pre-elettorali. Quando cioè queste “damigelle di carità” danno sempre il meglio di se in termini di violenza verbale e psicologica, esclusivamente per “metter carne a cuocere” ed elevare l’asticella dello scontro politico.
Avevano iniziato nel 2022, all’esordio parlamentare del nuovo governo di Centro Destra, con il malcapitato Enrico Montesano, attore romano stimatissimo per la sua attività artistica divisa tra cinema e teatro. Tra l’altro con un passato di parlamentare europeo del PD e, prima ancora, con un seggio in Campidoglio da Consigliere Comunale della capitale in quota PDS. Ebbene il povero Montesano veniva “pizzicato” dalla giornalista Selvaggia Lucarelli, (penna del “Domani” e poi de “Il fatto quotidiano”) mentre svolgeva il suo ruolo di giurata nella trasmissione Ballando con le stelle di Milly Carlucci. La “Selvaggia” si intrufolava furtivamente nella palestra del teatro ove Montesano provava i suoi balletti per la trasmissione del sabato sera e veniva colto con indosso una maglietta cosiddetta girocollo (o T- shirt) con lo stemma sul davanti della Decima Mas, che sul retro riproduceva il motto D’Annunziano “MEMENTO AUDERE SEMPER”. Apriti cielo: la giornalista immediatamente gridava allo scandalo, ma più ancora al grave attentato alla democrazia per questa “ostentazione” in tv di simboli fascisti e rigurgiti squadristi. Ciò senza minimamente considerare che la maglietta “incriminata” e successivamente censurata, veniva indossata in privato ed esclusivamente per l’allenamento, in un locale chiuso, concesso dal teatro al “ballerino in formazione” e alla sua maestra di ballo per le consuete prove della trasmissione tv e pertanto mai ripresa dalle telecamere della RAI.
Si potrebbe aggiungere della profonda ignoranza (in materia) della giornalista e giurata della trasmissione televisiva che appunto ignorava la storicità della iscrizione latina, coniata niente meno che da uno dei poeti più noti e prestigiosi della letteratura italiana del ‘900 e della altrettanto manifesta ignoranza della Lucarelli rispetto al simbolo della Decima Mas che rimane, tutt’ora, il reparto più prestigioso e glorioso degli incursori della Marina Militare Italiana nel corso della prima e seconda guerra mondiale. Con decine e decine di Medaglie d’Oro conquistate sui mari di mezzo mondo (molte alla memoria) nel compimento del proprio dovere di Italiani, prima ancora che di militari.
Molti dei nomi di questi Eroi della nostra Marina, campeggiano tutt’ora sulle prue delle navi da guerra italiane, a partire da Luigi Rizzo, Luigi Durand de la Penne, Salvatore Todaro, Teseo Tesei, Gino Birindelli, Vittorio Moccagatta, Tullio Tedeschi e altri 33 tra ufficiali e sottufficiali della nostra Marina Militare, appartenenti alla Decima Mas e insigniti della Medaglia d’Oro al Valor Militare. Particolare questo che avrebbe richiesto maggior rispetto e riconoscenza di un intero popolo.
La consapevolezza dell’ignoranza crassa e profonda della storia della Nazione Italiana emersa nell’occasione della vicenda di Montesano, avrebbe almeno potuto giustificare il gesto legittimo di indossare un capo d’abbigliamento non certamente illegale nè offensivo per alcuno. E invece l’aver detto frottole e svarioni storici imperdonabili non salvò il buon attore romano, che fu immediatamente cacciato dalla RAI ed escluso dalla competizione di ballo della trasmissione presentata da Milly Carlucci. Una vera e propria censura, questa sì, degna di un regime totalitario e illiberale! Una palese ingiustizia, fatta passare per il “rispetto del servizio pubblico televisivo”, cui nessuno si oppose, impauriti dalla veemenza e durezza degli attacchi totalmente gratuiti e fuor di luogo. Attacchi che dovevano dimostrare al nuovo Governo, a mo’ di monito preventivo, chi contava veramente nell’Azienda di Stato. Laddove ce ne fosse ancora bisogno!
E restando in casa Rai potremmo ricordare le notizie false pubblicate dal Quotidiano Repubblica che, più recentemente, attribuirono all’Azienda di Stato la responsabilità di aver oscurato dall’informazione pubblica (Telegiornali ed altro) la Segretaria del Pd e i suoi altri rappresentanti politici. Segretaria del PD che, ad una attenta valutazione dei tempi televisivi effettuata dopo le falsità pubblicate dal quotidiano “Repubblica,” attraverso monitoraggio effettuato da l’Osservatorio di Pavia, (Istituto indipendente che valuta e controlla i tempi effettivi di presenza in video nelle testate giornalistiche del Servizio Pubblico di tutti i rappresentanti politici di maggioranza e opposizione) risultava abbondantemente superare il minutaggio di presenze di tutti i leader politici italiani, Presidente del Consiglio e Presidente della Repubblica compresi. Ma la correzione, o meglio, la rettifica della notizia falsa della presunta censura o se volete, del presunto bavaglio imposto dalla RAI alla Sclhein non veniva mai pubblicato dal giornale romano. A testimonianza che anche le notizie false, pur se poi riscontrabili e dunque prontamente contestate, servono a metter carne a cuocere, elevare l’attenzione dell’opinione pubblica sulla presunta “occupazione” degli avversari politici del servizio televisivo pubblico dal “rischio di censure” delle opposizioni e della probabile “marcia su Roma” ordita dalle destre sulle sedi Rai distribuite sul territorio della capitale!
Tralasciando altri esempi altrettanto gravi solo per motivi di spazio, vogliamo concludere con un episodio emblematico, o meglio, con una vicenda di manipolazione dell’informazione ordita in questi giorni dalla “potente macchina dell’odio” della sinistra:
Il caso é quello dello scrittore (super-allineato) Antonio Scurati, che avrebbe dovuto leggere un proprio monologo sulla festività civile del 25 Aprile nel corso della trasmissione televisiva di RAI 3 “Chesarà” condotta dalla giornalista(anch’ella allineata) Serena Bortone. Ebbene, a pochi giorni dalla data prevista per l’andata in onda del programma televisivo (e cioè proprio nella serata del 25 Aprile) la RAI comunicava di aver annullato la partecipazione di Scurati per problematiche di natura editoriale. Scoppiata la polemica e chiamato subito in causa il Governo Meloni, che avrebbe opposto un “feroce” diniego alla presenza in video di Scurati, la RAI si preoccupava di precisare che il problema con Scurati fosse solo di natura contrattuale e relativo esclusivamente al compenso richiesto alla Rai dallo scrittore, ritenuto elevato per una presenza televisiva di pochi minuti (4 minuti previsti). Ma a quel punto la macchina dell’odio era già partita a razzo e la polemica aveva coinvolto immediatamente ogni settore dell’informazione, dettando i temi della polemica e puntando il dito esclusivamente sul Governo e i vertici RAI, ritenuti consenzienti nel confezionare “l’ennesimo” bavaglio ed applicare la censura ad un intellettuale della sinistra che avrebbe voluto “soltanto” cogliere l’occasione per rendere ancor più divisiva (qualora lo fosse per davvero) questa celebrazione del 25 Aprile. Celebrazione che già nasceva in un clima piuttosto “effervescente” in ragione delle contestazioni anticipate dai filopalestinesi e centri sociali per la presenza nei cortei anche dei combattenti partigiani della Brigata Ebraica.
In tutto questo “bailamme” la Presidente del Consiglio esprimeva immediatamente il suo disappunto su questa vicenda, dichiarando che a lei personalmente la censura, anche in Rai, era stata applicata per trent’anni e che mai chi ha subito un simile atteggiamento illiberale può augurarselo per altri soggetti. Chiunque esso sia. Ma Meloni faceva di più, arrivando anche a pubblicare personalmente sui propri canali social il testo integrale del monologo di Scurati a riprova del fatto che il contenuto del medesimo non le suscitava alcun disagio o retro pensiero che giustificasse la benché minima idea di censura a danno dell’autore. E Amen!
La “macchina dell’odio” invece continuava imperterrita la sua pretestuosa e febbrile attività antigovernativa chiedendo alla giornalista Bortone di leggere ugualmente il monologo dello Scurati in tv nel corso della sua trasmissione. Così pure faceva lo scrittore di persona, partecipando ad una manifestazione organizzata dal Quotidiano Repubblica a Napoli dal titolo “La Repubblica delle Idee” nel cortile di Palazzo Reale, ove gli veniva chiesto di leggere il suo monologo. E così avverrà anche quest’oggi, 25 Aprile, dai palchi delle città ove saranno organizzate manifestazioni per l’anniversario della Liberazione.
Tutto previsto. Tutto come programmato. La cancellazione del monologo in tv disposta da qualche dirigente Rai probabilmente sprovveduto (o forse consapevole?) si trasformava con la velocità di un fulmine nell’ennesimo e premeditato attacco alla Meloni e al suo Esecutivo di” pericolosi figuri” in camicia nera.
E per fortuna che queste sceneggiate ricorrenti e strumentali delle sinistre non sembrano assolutamente condizionare gli elettori italiani chiamati al voto proprio in questi giorni e che di elezione in elezione, confermano o meglio incrementano il consenso elettorale della coalizione di Centro Destra. Cos’altro dunque dovremo attenderci in questo mese o poco più che manca alle Elezioni Europee?? Quali altre corbellerie a suon di notizie false e strumentali dovremo sopportare, con tutti gli strascichi interminabili e il frastuono rancoroso dei soliti noti?
Meditate gente, meditate!