Oggi unirsi conviene con le professioni infatti costituendo una società è previsto un voucher di 50.000 euro per l’acquisto di beni strumentali più un contributo a fondo perduto fino al 70% delle spese entro i 200.000 euro e sull’apporto in società non si paga nulla in termini di tasse. Le agevolazioni sono due: – voucher avvio attività, a fondo perduto, di 30mila euro al centro-nord (40mila al sud); sale a 40mila euro al centro-nord (50mila al sud e nei territori del sisma 2009 e 2016) in caso di acquisto di beni e servizi innovativi, sostenibilità ambientale e risparmio energetico; – contributo a fondo perduto pari al 65% dell’investimento al centro-nord (75% al sud e nei territori del sisma 2009 e del 2016) per programmi di spesa fino a 120mila euro ovvero al 60% al centro-nord (70% al sud e nei territori del sisma 2009 e 2016) per spesa oltre 120mila e fino a 200mila euro.
Questo è un incentivo previsto per le piccole realtà di professionisti che svolgono la loro attività in forma individuale o in piccole dimensioni e il Viceministro Leo ha definito questo come una svolta epocale per il mondo delle professioni per rispondere al meglio le richieste dei clienti.
Il decreto legislativo di attuazione della riforma è stato varato dal Consiglio dei Ministri insieme con le altre norme di revisione del prelievo sui redditi da lavoro autonomo e ciò significherà che tutti i conferimenti in beni materiali o immateriali derivanti da attività professionali o artistiche, inclusa la clientela, non costituiranno plusvalenze quindi si tratta di neutralità fiscale e nulla sarà dovuto anche ai fini Iva e Ires sia per le società tra professionisti (stp) e sia per chi passa da individuale ad associato. Rientrano nella neutralità fiscale tutte le operazioni straordinarie attuate dai professionisti, tra cui le fusioni e le scissioni delle società già costituite. Lo stesso trattamento è previsto anche per il passaggio del testimone, in caso di decesso del professionista, verso l’erede che subentri entro cinque anni nello studio.
Per i professionisti si tratta di un ulteriore passo avanti verso la piena parità con il mondo delle imprese infatti, il peso del prelievo fiscale ha rappresentato finora un forte disincentivo alla crescita e anche al passaggio a modelli di business più evoluti come le società tra professionisti pluridisciplinari, che, mettendo insieme più competenze e più specializzazioni, riescono a soddisfare al meglio le richieste delle aziende e quindi dei propri clienti.
I dati degli ultimi mesi mostrano che risultano iscritte al Registro delle imprese solo 3.487 tra Stp di commercialisti, ragionieri, architetti e ingegneri e società tra avvocati, con le Stp tra commercialisti in maggioranza: 1.510 quelle attive. Ma anche quando la neutralità fiscale sarà realtà, resterà ancora un ostacolo che disincentiva le aggregazioni, ossia la flat tax al 15% riconosciuta solo ai professionisti singoli con redditi fino a 85mila euro e non alle stp. Il Consiglio nazionale dei commercialisti, a sua volta, ha espresso grande apprezzamento definendo questa novità una vera e propria svolta storica.