L’ Europa ha consegnato all’ Italia due finaliste in grado di poter finalmente vincere un trofeo internazionale. Non è messo male il calcio italiano anche se squadre e club sono ancora assai distanti dai top club del vecchio Continente sia per risorse che per organizzazione e infrastrutture. Non è un caso che a Milan, Juventus e Inter da anni dominatrici nel nostro campionato ma con poca forza economica per via dei debiti accumulati in più stagioni, siano emerse in questa stagione l’ Atalanta e la Fiorentina che da qualche anno lavorano con intelligenza, lungimiranza prospettica e qualità sia sulla rosa che sulla struttura societaria, organizzativa e finanziaria. La novità della stagione è il Bologna di Joey Saputo e del Diesse Sartori che a Napoli, al Maradona, vincendo per 0-2 contro i fantasmi dei campioni d’ Italia hanno ufficializzato la loro partecipazione alla prossima Champions League. Un miracolo Sportivo figlio di un ambiente sereno e compatto e di un gruppo di giocatori guidati da un allenatore che li ha trascinati con entusiasmo e intelligenza tattica ad un’ impresa ritenuta impossibile anche solo da immaginare ad inizio campionato. L’ Europa, perciò, ci guarda con ansia per il futuro perché il calcio italiano non può rimanere nelle retrovie per colpa di mancanza di adeguate strutture, stadi obsoleti, liti perenni tra club e Figc, ed ora anche il Governo che intende mettere in pericolo l’ autonomia dello sport più importante del paese, quello che foraggia quasi tutte le altre federazioni,con la creazione dell’ Agenzia per la vigilanza economica e finanziaria sulle società sportive professionistiche: un modo neanche tanto trasparente per prendere in mano le redini del calcio italiano, il cavallo più pazzo dello sport nazionale e non solo.La riforma, voluta dal ministro Abodi sotto la spinta del Ministro Giorgetti mette a rischio l’ autonomia dello sport dalla politica, disciplinata dalla Carta Olimpica e ribadita dagli statuti delle federazioni internazionali e blindata dal CIO. L’ UEFA conosciute le intenzioni del governo ha già manifestato preoccupazione perché se la riforma non dovesse rispettare i parametri regolamentari della Fifa la Fifa può escludere quelle federazioni che non rispettano i regolamenti sportivi intrrnazionali. In pratica la costituenda Agenzia del Governo per controllare i club toglierebbe al calcio l’ autonomia sui controlli alle società che oggi, la legge 91, sottopone all’ approvazione e ai controlli da parte delle federazioni sportive nazionali cui sono affiliate, per delega del Coni e secondo modalità approvate dal Coni. Si tratterebbe in pratica di cambiare una legge dello Stato. Un pasticcio che le liti tra dirigenti di club in Lega e la presenza di presidenti con cariche Politiche(leggi :Lotito)apertamente in contrasto col presidente della Figc Gravina rischiano di creare un caos e frenare quelle riforme veramente necessarie al sistema calcio in Italia dove al di là di conflitti d’ interesse vistosi serve un ripensamento dell’ attuale sistema con la Lega in primis ad assorbire un trasferimento delle competenze consapevole, dandosi una governance affidabile e unita che rilanci il sistema calcio Italia ai massimi vertici con progetti ponderati e non lasciando i risultati all’ estemporaneità o alla fortuna. Solo così potranno rafforzarsi società come Bologna e Fioroentina e consolidare il proprio blasone mondiale le milanesi e la Juventus.