A sei anni dalla sua scomparsa la traccia storica dell’esame di maturità è dedicata alla sua Storia d’Europa e invita i giovani a riflettere sui rischi di un conflitto nucleare globale
“C’è grande emozione nella nostra comunità accademica per il ‘ritorno sui banchi di scuola’ di Giuseppe Galasso. Il suo lungo e importante magistero di studi storici era iniziato da maestro elementare, un abbrivio che ha sempre rivendicato con orgoglio, e si è concluso da accademico emerito anche con una laurea honoris causa conferitagli dal Suor Orsola. Ritrovarlo oggi ‘sui banchi di scuola’ come Maestro di pensiero per una importantissima ed attualissima riflessione storico-politica è stata una scelta molto apprezzabile da parte del Ministero dell’Istruzione e del Merito”. Così Lucio d’Alessandro, Rettore dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli e vicepresidente del CNR, commenta la presenza del testo “Storia d’Europa” di Giuseppe Galasso tra le tracce di tipologia b (quelle dedicate all’analisi e produzione di un testo argomentativo) dell’esame di maturità 2024.
Un pensiero attualissimo quello di Galasso che ha offerto ai maturandi italiani la possibilità di riflettere sui concetti di ‘guerra fredda’, di ‘equilibrio del terrore’ e dei rischi di un conflitto nucleare globale.
“La responsabilità gravante sugli uomini politici e sui governi dei paesi provveduti di armi atomiche superava di gran lunga, nella sua portata e nella sua stessa qualità morale e politica, qualsiasi altro tipo di responsabilità che fino ad allora si fosse potuto contemplare nell’esercizio del potere. Sorgeva anche subito il problema della eventuale proliferazione di un siffatto tipo di armamenti”. Così scriveva Galasso nel 1998 lasciando un interrogativo di grande attualità oggi al tempo dei conflitti tra Russia e Ucraina e tra Israele e Palestina. “Che cosa sarebbe potuto accadere se essi fossero venuti nella disponibilità di un gran numero di paesi e, soprattutto, se si fossero ritrovati nelle mani di leaders che non fossero quelli di grandi potenze aduse a una valutazione globale dei problemi politici mondiali e continentali e fossero, invece, fanatici o irresponsabili o disperati o troppo potenti in quanto non soggetti al controllo e alle limitazioni di un regime non personale e alle pressioni dell’opinione pubblica interna e internazionale?”
Questo l’interrogativo su cui sono stati chiamati a riflettere oggi i numerosi maturandi che hanno scelto una traccia storica. “La storia mi piace molto, è una materia di grande rilievo, di grande importanza perché costruisce il nostro passato, la nostra identità e risponde alla domanda chi siamo e che vogliamo essere”, così il Ministro Valditara che ha dichiarato che se fosse stato uno degli studenti sui banchi degli esami di maturità avrebbe scelto proprio la traccia storica che partiva dal brano di Galasso.
“Galasso aveva uno spirito fortemente atlantista, occidentale ed europeo”, ricorda Emma Giammattei, preside della Facoltà di Lettere del Suor Orsola che aveva Galasso tra i suoi docenti emeriti. “Oggi sarebbe importante il suo pensiero sul futuro dell’Europa perché lui aveva una straordinaria visione d’insieme. Chissà cosa avrebbe scritto dei conflitti attuali lui che ha sempre insegnato ai nostri giovani che la crisi non è un destino già scritto e che l’Europa è molteplicità di lingue e culture che si debbono unire”.
Molti al Suor Orsola sono oggi gli storici che sono stati allievi di Giuseppe Galasso. “Il riferimento ad un brano della Storia d’Europa di Giuseppe Galasso in una delle tracce assegnate agli esami di maturità – evidenzia Eugenio Capozzi, professore ordinario di Storia contemporanea al Suor Orsola – rappresenta il salutare riconoscimento del valore di una interpretazione della storia, come quella di Galasso, fondata non sul determinismo socio-economico, secondo modelli che per troppo tempo sono stati egemoni nella nostra cultura anche accademica e scolastica, ma sulla centralità della politica, delle istituzioni e delle idee. In particolare, come evidenziato nel passo indicato nella traccia, Galasso vede la storia dell’Europa come un processo culturale e istituzionale fortemente unitario, vede l’alleanza occidentale nella guerra fredda come una evoluzione in continuità con quella storia, e vede l’Italia come parte integrante di essa”.
“Lo sguardo di un grande storico aiuta sempre a cogliere l’ampiezza e la complessità dei problemi dell’epoca che si abita – evidenzia Vittoria Fiorelli, professore ordinario di Storia moderna al Suor Orsola – e Galasso è stato in questo un grande Maestro. Ci sono temi e questioni che noi europei avevamo creduto di aver consegnato al passato o di aver confinato in mondi lontani. Bisogna, invece, tornare a guardare a certe questioni e per dei giovani in formazione non è facile abbandonare il rischio del presentismo. Solo la profondità dello sguardo storico può aiutare la consapevolezza critica del presente”. La lezione del Maestro Galasso è quanto mai attuale.