“Design come strumento di sviluppo. Incorporare l’identità e la sostenibilità dei territori”: è il tema sul quale si sono confrontati ieri, mercoledì 3 luglio, i futuri Capacity Maker, gli esperti legati al progetto promosso dall’incubatore di imprese Stecca e dal gestore del centro di artigianato digitale Medaarch, in partenariato con CNA Salerno e Confcommercio Campania che mira a individuare “i facilitatori per l’innovazione territoriale”. Al centro dell’iniziativa, voluto da Giuliana Esposito e Amleto Picerno Ceraso, rispettivamente Ceo di Stecca e Medaarch, il dibattito curato da Massimo Perricioli, docente alla facoltà di Architettura alla Federico II.
Prima del suo intervento, ha preso la parola Giuliana Esposito, in qualità di padrona di casa (l’iniziativa si è svolta nei locali di Stecca, negli ex molini meridionali Marzoli), che ha spiegato i propositi del progetto Capacity Maker, che abbraccia un vasto territorio, che comprende le città della fascia costiera-vesuviana, quelle della penisola sorrentina fino a tutta la costiera amalfitana e mira a formare figure nuove nel campo della moda, dell’architettura, del design e dell’artigianato “in grado di costruire reti funzionali, potenziare valori culturali ed endogeni, intercettare risorse, con un approccio proiettato alla sostenibilità e all’innovazione, che possa operare all’interno delle amministrazioni, tra gli operatori culturali o nelle imprese creative del territorio”.
A seguire, i saluti istituzionali del vicesindaco Michele Polese, che a nome dell’amministrazione comunale ha posto l’accento in particolare “sul lavoro svolto sul territorio dall’incubatore Stecca, che da un lato ha valorizzato un’ala degli ex molini Marzoli interessata da importanti lavori di riqualificazione e dall’altro ha messo in rete una serie di start-up e giovani aziende, premiandone l’impegno e i comuni propositi di crescita”.
A catalizzare l’attenzione dei presenti, a cominciare dagli aspiranti Capacity Maker, il professor Massimo Perricioli, che ha prima illustrato il proprio percorso professionale, iniziato e consolidatosi nella Marche e poi arrivato all’attuale collocazione presso la Federico II. Quindi è entrato nel merito della discussione, proponendo una serie di slide. Quattro i principali punti toccati, come ha spiegato lo stesso docente: “Incorporare, identità sostenibilità e territorio. In particolare design del territorio. Oggi si rischia di abusare del termine ‘design’, ma l’Italia è all’avanguardia col suo ‘design del territorio’, concetto che è diventato in sé identificativo del made in Italy. Il design italiano è tra i più importanti al mondo – ha proseguito Perriccioli – tanto che il nostro Paese è unico per ciò che concerne in design espando. In un contesto dove tutto è design, questo è un grande merito e un importante motivo di orgoglio”.