Sono come gli esami di Eduardo: non finiscono mai. Abbiamo finito ingloriosamente gli europei di calcio 2024, ma è già corsa a quelli del 2032 (per il 2028 ci dovranno pensare solo i calciatori!).
La ragione di tanto interesse sta nel fatto che, fra otto anni, i campionati si disputeranno in Italia, che dovrà comunicare all’Uefa entro ottobre del 2026 una lista di cinque stadi, per poi aprire i cantieri entro l’aprile successivo.
Napoli non può perdere l’occasione, è una vetrina troppo importante. Non esserci sarebbe una caduta d’immagine a livello internazionale.
È quindi con soddisfazione che apprendiamo dell’intesa che si sta definendo per il potenziamento del Maradona. Protagonisti il Ministro dello Sport Abodi, il Sindaco Manfredi e il Presidente De Laurentiis, con alle spalle la Regione che sembra sia disponibile a contribuire alle spese.
Va dato merito al Presidente del Napoli di avere dimostrato buonsenso, facendo un passo indietro rispetto all’ipotesi ‘lunare’ di realizzare un nuovo stadio a Bagnoli, tra l’altro a distanza ancora minore dall’epicentro del bradisismo flegreo di quanto non sia lo stadio di Fuorigrotta.
Un plauso al Governo e al Comune per avere dimostrato ancora una volta che, quando si tratta di interessi pubblici superiori, le istituzioni dialogano costruttivamente tra loro, al di là di schieramenti politici e senza sterili polemiche.