“Gli esiti delle elezioni europee vanno considerati positivi perchè hanno garantito stabilità alle istituzioni europee. Prima con la riconferma di Roberta Metzola alla Presidenza del Parlamento Europeo, che non va dimenticato, poi con quella di Ursula von der Leyen alla Presidenza della Commissione Europea hanno inviato ai mercati un segnale molto chiaro di stabilità. Immaginate cosa sarebbe successo se non fosse stata eletta la Presidente della Commissione Europea. Si sarebbe aperto uno scontro interno, si sarebbe aperta una falla che avrebbe agevolato tutti i nemici dell’Europa. E noi senza Europa, ci piaccia o non ci piaccia, da correggere o da non correggere, non possiamo essere competitivi. Quindi il giudizio è che è andata bene. Poi l’ottimo è nemico del bene. Così, il Vice Presidente del Consiglio e Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Vice presidente del Partito Popolare Europeo e Segretario nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani, intervenendo all’Assemblea nazionale di Coldiretti.
“Se devo spiegare perché Forza Italia ha votato a favore, lo dico in maniera molto chiara. Primo –ha detto – Tajani – perché avevamo votato la von der Leyen al congresso di Bucarest. Io sono abituato a mantenere gli impegni che prendo. La von der Leyen è stata votata da un congresso del primo partito politico europeo e il Partito Popolare Europeo ha vinto le elezioni in Europa con tutti quanti che sapevano che la von der Leyen era il nome che il Partito Popolare Europeo avrebbe fatto per la Commissione. Secondo punto: il programma illustrato dalla von der Leyen ha accolto in gran parte i punti che Forza Italia aveva considerato come fondamentali, così come il Partito Popolare Europeo. E visto che siamo a Casa della Coldiretti, il primo è un atteggiamento diverso nei confronti dell’agricoltura. Questo anche grazie al fatto che la von der Leyen era venuta a confrontarsi con Coldiretti, ascoltando le proposte di Coldiretti durante la campagna elettorale, con una riunione durata più di un’ora con tutti i vertici della organizzazione, quindi non un incontro formale, domande e risposte. E credo che una buona parte delle richieste fatte abbiano trovato accoglienza, e mi auguro anche che poi nel prosieguo la scelta del commissario si vada nella direzione, come mi pare molto probabile, di un commissario di area della Famiglia del Partito Popolare Europeo che è una delle famiglie che si batte di più a difesa dell’agricoltura. Allora da questo punto di vista siamo soddisfatti.”
Lo siamo – ha detto, inoltre il Vice Presidente del Consiglio e Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Vice presidente del Partito Popolare Europeo e Segretario nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani – anche per il Mediterraneo e l’immigrazione. Così per il Green Deal c’è un cambiamento rispetto a quello che accadeva prima. Certamente non c’è una rivoluzione, però la rivoluzione non sarebbe mai potuta essere, perché questo è il miglior risultato che si poteva ottenere. Perché i numeri sono i numeri. Non siamo in Italia dove non si vota e poi si rifanno elezioni. In Europa no, bisogna trovare i numeri di maggioranza. Quindi questa era l’unica maggioranza numericamente possibile.”
“Con i Verdi – ha specificato Tajani – non c’è stato nessun accordo politico. I Verdi hanno votato loro e non credo che tutti i Verdi abbiano votato per la Von der Leyen. Perché se andiamo a vedere i numeri, 401 erano i voti della maggioranza senza i Verdi e 401 sono stati i voti con cui la Von der Leyen è stata eletta. Quindi i Verdi non mi sembra che siano stati determinanti per l’elezione. Poi, sul cambiamento climatico. L’atteggiamento mi pare, certo, non poteva rinnegare tutto quello che aveva detto prima, ma c’è, secondo me, un cambiamento quando la presidente della Commissione dice: atteggiamento pragmatico e neutralità tecnologica. Attenzione, anche qui andiamo nella direzione, almeno per quanto si prosegua in tal senso, quella è la nostra posizione e qui non c’è solo il biocarburante. Quando parla di neutralità tecnologica vuol dire che si va in questa direzione. Questa è la traduzione. Poi bisognerà vedere l’applicazione pratica con i diversi commissari. Teniamo conto che la maggioranza relativa dei commissari nella prossima Commissione Europea sarà del Partito Popolare Europeo.”
“Noi della questione agricola, noi di Forza Italia, – ha detto inoltre Tajani – abbiamo fatto un punto fermo del sostegno alla von der Leyen. Ha incontrato gli agricoltori italiani in un viaggio organizzato da noi. Non l’abbiamo portata a fare manifestazioni e prendere gli applausi. L’abbiamo fatta parlare con i giovani, ma il momento clou della sua visita in Italia è stato l’incontro con gli agricoltori italiani, perché noi consideravamo la questione agricola una questione fondamentale per i prossimi cinque anni di governo dell’Unione Europea. Quindi da questo punto di vista per ora siamo soddisfatti ma continueremo a vigilare. Abbiamo chiesto un Commissario del Partito Popolare Europeo perché il Partito Popolare Europeo è quello che più di ogni altro si è battuta a difesa dell’agricoltura, tant’è che poi al Parlamento Europeo abbiamo un coordinatore italiano che è l’amico Herbert Dorfmann, del PPE in Commissione Agricoltura, quindi abbiamo rinforzato anche la nostra presenza in Commissione Agricoltura al Parlamento Europeo. Quindi da questo punto di vista io credo che abbiamo fatto un passo in avanti. Poi bisogna lavorare cinque anni.Pragmatico significa realistico, significa tener conto delle esigenze di tutti. Se poi c’è da far fare marcia indietro, la facciamo far fare marcia indietro, come abbiamo fatto sul packaging, come l’abbiamo fatto sui fitofarmaci. Non è che i nostri parlamentari stanno là e visto che hanno votato la fiducia, si ritirano a casa in Italia, stanno là a vigilare perché quello che è stato deciso venga applicato.”
Assemblea Coldiretti: Tajani nomine UE segnale molto chiaro di stabilità. Il programma illustrato dalla von der Leyen ha accolto in gran parte i punti che Forza Italia aveva considerato come fondamentali, così come il Partito Popolare Europeo, a cominciare da un atteggiamento diverso nei confronti dell’agricoltura.