“Il 20 luglio 1973 ad Hong Kong moriva il grande Bruce Lee e oggi, a distanza di 51 anni dalla prematura scomparsa, la sua morte per molti risulta ancora essere una vicenda con dei lati oscuri e la domanda ricorrente ieri come oggi è: come è realmente morto Bruce Lee?”. Inizia così un lungo scritto del Dott. Raffaele Patalano, fisioterapista per professione, ma da sempre studioso per passione delle arti marziali di cui è Maestro Cintura Nera 6° grado di Karate e Kickboxing, che in questi giorni, in occasione del cinquantunesimo anniversario della morte, dopo aver letto tutti i libri pubblicati sull’argomento, sottolinea che non si sarebbe mai riusciti a fare luce fino in fondo sulle cause che hanno portato alla morte del piccolo Drago. Titolare a Forio, sull’isola d’Ischia, della palestra dove unica in Italia è stata eretta una statua ad altezza naturale di Bruce Lee, il suo studio privato è un prezioso scrigno all’interno del quale sono custoditi libri, giornali, riviste, videocassette e DVD, tra cui dei veri e propri capolavori di genere in lingua cinese con sottotitoli inglesi introvabili in Italia, che raccontano la storia delle arti marziali a livello locale, nazionale ed internazionale. Una raccolta dedicata più unica che rara che conta circa 200 volumi e 1.100 film. Per il Maestro Patalano neppure la famiglia Lee avrebbe mai accettato la versione ufficiale sulle cause della morte di Bruce per edema celebrale acuto a causa della reazione ipersensitiva ad un farmaco che aveva assunto dopo aver accusato una forte emicrania, versione che negli ultimi tempi sembra aver lasciato spazio ad un’altra ipotesi: quella del decesso avvenuto per una disfunzione renale. “La famiglia Lee – ha affermato Patalano – non ha mai accettato l’ipotesi ufficiale quale causa di morte. Tanto è vero che il figlio Brandon voleva far riesumare i resti del padre per poter poi, attraverso i mezzi di medicina forense attuali, riuscire a capire la reale causa della morte del padre. Voi come ben sapete, Brandon morì sul set del film Il Corvo dove, durante una scena, venne realmente sparato e colpito con un proiettile vero che sul set non doveva esserci. Bruce Lee è stato un’icona del cinema d’ azione, un ideale ponte culturale tra l’oriente e l’occidente. Nell’ arco dei suoi 32 anni di vita ha rivoluzionato il mondo del cinema marziale, influenzando l’intera industria cinematografica Hongkonghese, ha rivoluzionato il mondo delle arti marziali attraverso i suoi principi filosofici e le sue metodiche di allenamento. E’ stato il più grande maestro di arti marziali mai esistito, ambasciatore delle arti marziali nel mondo e grazie al suo impatto cinematografico ha promosso l’apertura di innumerevoli palestre sparse per il mondo. E’ stato fonte d’ ispirazione per maestri e generazioni intere al di là di ogni razza, religione e colore. Amato ed idolatrato in tutto il mondo, i suoi film vengono tutt’ora proiettati. I suoi posters campeggiano in tutte le palestre e sono milioni di visualizzazioni sui social. Nell’arco dei suoi 32 anni di vita Bruce Lee è stato attore, produttore, regista, sceneggiatore, di film di successo diventati oggi dei cult. Peccato che sia morto prematuramente, chissà quanto avrebbe potuto ancora donare all’ umanità”.
Gennaro Savio