Meeting Rimini: Fitto: “L’emergente  esigenza  del reperimento delle risorse per sostenere la transizione è un tema di riflessione unitamente all’allargamento dell’Unione Europea, che ha avuto una accelerazione per ragioni diverse da quelle tradizionali.” “Si pone il tema del debito  perché siamo reduci da una stagione nella quale il Covid ha portato ad una spesa pubblica  aumentata notevolmente anche in maniera discutibile .” “Un problema serio. Per affrontare la grande questione del debito abbiamo la strada della riduzione della spesa pubblica improduttiva e quella della crescita.” “C’è bisogno di una spesa buona, c’è bisogno di avere investimenti che siano qualificati. Qui è chiaro il nesso con il PNRR, perché l’Italia è, rispetto alla credibilità di una forma di finanziamento come il Next Generation, il primo osservato.” “ Gli interventi avviati  con il Repower EU messo in campo dalla Commissione UE per dare una risposta alla crisi energetica dà molto la dimensione della qualità della spesa, del lavoro fatto, del lavoro che bisogna continuare a fare in questa direzione per la competitività.” “Il Next Generation ha rappresentato una forma di indebitamento comune che, in un momento drammatico, ha visto la condivisione da parte di tutti gli Stati membri. Il tema che emerge oggi di domandarsi dove e come reperire le risorse per sostenere i programmi di investimento di cui abbiamo bisogno per la transizione è certamente un qualcosa su cui riflettere perché la disponibilità nella condivisione di un debito comune che ha portato al finanziamento del Next Generation non è facilmente recuperabile nei prossimi mesi da parte degli altri Stati membri. Questo stato di cose relativo ad una decisione certamente strategica fondamentale ci pone un tema anche collegato all’altra difficoltà che però pone una questione importante dal punto di vista economico e finanziario. E parlo dell’allargamento dell’Unione Europea, che ha avuto una accelerazione per ragioni diverse da quelle che tradizionalmente hanno portato l’Europa ad allargarsi verso altri Stati membri che hanno avuto delle ragioni molto collegate al tema strategico di quello che, purtroppo, è accaduto in Ucraina e quindi del fatto che le scelte collegate all’allargamento sono state anche molto frutto di valutazioni collegate alla necessità di guardare alla situazione geopolitica che purtroppo emergeva di volta in volta nel contesto europeo.” Così il Ministro per gli Affari Europei, il Sud, le politiche di Coesione  e il PNRR, Raffaele Fitto, introducendo il suo intervento al Meeting di Rimini nel panel sul tema: “Mercato Unico, Euro, PNRR, quale sviluppo economico per l’Unione Europea.”   “Penso – ha detto il Ministro Fitto – che sia importante tener conto di questo dato perchè non possiamo pensare di andare verso un allargamento senza porci il problema dei costi dell’allargamento, perché se noi pensiamo di poter fare le stesse cose con un Europa molto più grande, con le stesse risorse, evidentemente sappiamo che non è possibile. E quindi è evidente che questo tema rappresenta anche l’esigenza di andare a guardare con attenzione alcune politiche di intervento che con l’allargamento potrebbero diventare oggetto di un’attenzione particolare, che oggi sono all’interno del bilancio europeo voci di bilancio molto rilevanti, tra le più rilevanti, e che impattano molto nell’ambito delle scelte economiche del sistema della competitività delle nostre imprese. Mi riferisco in modo particolare all’agricoltura e alla coesione, che sono le due voci del bilancio europeo che potrebbero su questo tema essere interrogate a dare delle risposte completamente differenti rispetto al passato.” “In questo contesto – ha evidenziato il Ministro per gli Affari Europei, il Sud, le politiche di Coesione  e il PNRR –  c’è il tema del debito che viene richiamato perché siamo reduci da una stagione nella quale il Covid ci ha fatto dimenticare alcuni aspetti. Se noi andiamo a vedere l’aumento della spesa pubblica nei vari Stati membri, in alcuni in modo particolare, ci rendiamo conto non solo che la spesa pubblica è aumentata notevolmente, ma che la qualità dell’aumento di questa spesa pubblica è in molti casi molto discutibile.” “Questo  – ha specificato – comporta un problema serio, perché per affrontare la grande questione del debito abbiamo due strade: la prima è quella della riduzione della spesa pubblica improduttiva, non della spesa pubblica in generale perché,  se lo facessimo in modo lineare, generico e senza una logica per dimensioni esagerate, esasperate, rischeremmo di avere un impatto negativo sul PIL e in secondo luogo abbiamo un altro aspetto, altrettanto rilevante, che è quello della crescita.”  “Quindi  – ha rilevato il Ministro Fitto – c’è bisogno di una spesa buona, c’è bisogno di avere investimenti che siano qualificati dal punto di vista della scelta, perché una spesa positiva ci consente di poter rientrare dal debito. Qui il nesso è chiaro col Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, perché l’Italia, e vengo all’aspetto specifico, è, rispetto alla credibilità di una forma di finanziamento come il Next Generation, il primo osservato. Perché? Perché evidentemente l’Italia ha il più grande Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza d’Europa. È il Paese che insieme alla Grecia e la Romania, all’inizio, quando fu deciso questo, decise di prendere per intero la quota debito. E quindi se noi andiamo ad analizzare nello specifico il nostro Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, sappiamo e ricordiamo che a fronte di 194 miliardi di euro di risorse assegnate per il PNRR italiano, 122 sono a debito.” “Questo è un primo tema – ha tenuto a precisare il Ministro per gli Affari Europei, il Sud, le politiche di Coesione  e il PNRR – che ci deve far comprendere quanto sia rilevante la qualità della spesa di queste risorse in questo contesto. Secondo, mi piace ricordare un dato tutto nazionale che si arriva a 220 miliardi di euro di spesa complessiva, aggiungendoci il piano complementare nazionale,  altri 30 miliardi di euro, sempre all’epoca, presi a debito. Ed è evidente che è importante anche sottolineare come, e arrivo al punto, in quella situazione si decise di inserire 68 miliardi di euro di cosiddetti progetti in essere, cioè progetti che erano stati finanziati precedentemente al PNRR, quindi che già costituivano parte dell’indebitamento nazionale per linee di finanziamento all’interno del bilancio dello Stato che già avevano contratto un debito pubblico, spostandoli nel PNRR con una logica degli interessi sicuramente migliorativa, ma che però hanno rappresentato il punto, il grimaldello, di un percorso che ha visto iniziare il cambiamento e il miglioramento della spesa pubblica all’interno del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Perché? Perché lo scorso anno noi abbiamo dato vita ad una Revisione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. L’abbiamo fatta sulla base di una valutazione che era di due tipi. La prima era collegata allo scenario internazionale. Se cambia il mondo, dicevamo prima, dobbiamo fare qualcosa pure noi per cambiare le cose.” “La Commissione Europea, quando c’è stata l’invasione dell’Ucraina – ha ricordato il Ministro Fitto –  ha messo in campo il Repower EU, che è uno strumento per dare una risposta alla crisi energetica, dando agli Stati membri su quello strumento, soprattutto, la possibilità di utilizzare la quota a debito che fino a quel momento solo tre Paesi avevano utilizzato in quella quantità, cioè Italia, Grecia e Romania. Per esempio la Spagna, in quel contesto, prese circa 84 miliardi di euro per mettere in campo il suo piano di investimenti su Repower. L’Italia, non potendolo fare, diede vita alla revisione del piano.  “Faccio questo esempio  – ha spiegato – perché ci dà molto la dimensione della qualità della spesa, del lavoro fatto, del lavoro che bisogna continuare a fare in questa direzione.  In quel contesto noi abbiamo dato vita ad un spostamento di progetti che non potevano essere collocati nel PNRR perché banalmente non sarebbero stati in grado di poter raggiungere il risultato di essere rendicontati all’interno del PNRR e abbiamo individuato contemporaneamente  le scelte che sono fondamentali e che ben si coniugano con le considerazioni che emergono nel Rapporto, che emergono sul tema, sugli obiettivi e le strategie che devono essere messi in campo prossimi mesi, nei prossimi anni, a livello europeo sul fronte della competitività.” “Mi riferisco – ha specificato  altresì il Ministro Fitto –  in modo particolare al fatto che il nostro Repower, per esempio, ha trasformato una serie di risorse che erano oggetto di interventi per progetti precedenti al PNRR, mi limito a dire discutibilissimi, e non aggiungo altro, spostati fuori dal PNRR, che hanno visto la possibilità di essere sostituiti con una serie di interventi. Ne cito alcuni: da giorni siamo sulle pagine dei giornali positivamente perché il governo ha messo in campo un bando molto importante che è quello relativo alla transizione 5.0 per le imprese, mettendo a disposizione 6,3 miliardi di euro che vanno esattamente nella direzione di tutti gli obiettivi che abbiamo indicato, di cui stiamo parlando adesso.  “In secondo luogo, – ha detto inoltre, concludendo, il Ministro per gli Affari Europei, il Sud, le politiche di Coesione  e il PNRR, Raffaele Fitto, – c’è un tema energetico che non riguarda l’Italia, che riguarda l’Europa, e la dimensione della vicenda geopolitica scoppiata in Ucraina ci porta a pensare che quella che era una idea con la quale abbiamo convissuto per qualche decennio, cioè dell’approvvigionamento energetico dalla Russia, va sostituita sicuramente con una politica di interventi importante e positiva sul fronte della riduzione della dipendenza e sul fronte degli investimenti nell’ambito delle rinnovabili. Ma sappiamo che questa non è una soluzione con la quale possiamo poggiare una prospettiva futura di sviluppo di un contesto quale è quello europeo se vogliamo essere competitivi.”