Presentati al congresso ESMO di Barcellona i risultati di uno studio che spiega il meccanismo d’azione di un farmaco immunoterapico iniettabile localmente
Melanoma: immunoterapico locale uccide il tumore e “recluta” cellule immunitarie per contrastare metastasi e recidive
Il trattamento manda in necrosi il tumore in brevissimo tempo e promuove un aumento della presenza dei linfociti T che vanno a colpire le metastasi distanti e che favoriscono la prevenzione di pericolose ricadute
Barcellona, lunedi 16 settembre 2024 – Da melanoma grande quanto una pallina di ping pong a minuscola biglia in soli 45 giorni. È straordinariamente rapido l’effetto che 4 iniezioni locali del farmaco immunoterapico Daromun può avere su un melanoma resecabile localmente avanzato. In alcuni casi il tumore sparisce completamente e, grazie al reclutamento di cellule immunitarie CD8+, a soccombere sono anche le metastasi distanti con un effetto importante nella prevenzione delle recidive. A descrivere il meccanismo di azione di Daromun è un’analisi preliminare condotta nell’ambito dello studio di fase 3 PIVOTAL, presentata da Paolo Ascierto, presidente della Fondazione Melanoma e direttore dell’Unità di Oncologia Melanoma, Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovative dell’Istituto Pascale di Napoli, in occasione del meeting annuale dell’European Society for Medical Oncology (ESMO), in corso a Barcellona fino al 17 settembre. “I risultati del nostro lavoro suggeriscono che il farmaco iniettabile Daromun scatena una risposta anti-tumorale imponente e immediata sia localmente, riducendo o addirittura facendo scomparire il tumore, che a livello sistemico, colpendo le cellule tumorali distanti che possono essere causa di metastasi e recidive – spiega Ascierto -. Grazie a questo trattamento neoadiuvante, cioè somministrato prima dell’intervento chirurgico di rimozione del melanoma, la massa tumorale va in necrosi rapidamente e, allo stesso tempo, promuovendo un aumento dei linfociti CD8+”. Lo studio mostra che il farmaco immunoterapico iniettabile ha effetti evidenti sulla riduzione della massa tumorale già dopo una settimana dalla prima iniezione. Daromun è una combinazione di due citochine, l’interleuchina 2 (IL2) e il fattore di necrosi tumorale (TNF), in grado, se somministrate insieme, di innescare localmente una risposta immunitaria che ha anche effetti a distanza. Lo studio PIVOTAL, coordinato dall’ospedale universitario Schleswig-Holstein di Kiel, in Germania, aveva già dimostrato che la somministrazione del farmaco immunoterapico prima dell’intervento chirurgico riduce del 41% il rischio di recidiva o morte e riduce del 40% la comparsa di metastasi a distanza. “Il farmaco Daromun ha dimostrato la sua efficacia sia nei pazienti che non avevano ricevuto prima alcuna terapia, ma anche coloro che sono stati precedentemente trattati con l’immunoterapi”, sottolinea Ascierto. Questo significa che grazie al farmaco è possibile offrire un’ulteriore opportunità terapeutica ai pazienti con melanoma localmente avanzato. “Attualmente sono in corso ulteriori analisi che puntano a individuare possibili biomarcatori che possono indicare quali sono i pazienti che rispondono di più al trattamento in modo da selezionare coloro che potranno beneficiarne maggiormente”, conclude Ascierto.