ROMA – “Il Concordato preventivo biennale rappresenta un elemento centrale dell’azione di governo a livello fiscale, ma non è possibile proporre di continuo nuovi provvedimenti normativi: ciò che serve è maggiore stabilità, sia per i professionisti che per i contribuenti. Dunque, nel ribadire la necessità di un congruo intervallo di tempo per gli operatori dopo ogni modifica normativa – nel rispetto delle previsioni dello Statuto del contribuente – chiediamo come Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti una proroga dei termini per finalizzare l’adesione al Concordato, a beneficio del nostro lavoro e di una maggiore platea di contribuenti che possano decidere di applicarlo”. A dirlo è Francesco Cataldi, presidente dell’Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili. Francesco Paolo Fabbri, consigliere UNGDCEC, sottolinea: “Con l’approvazione dell’ultimo provvedimento normativo legato al Concordato preventivo biennale, ci troviamo a “subire” l’ennesima modifica legislativa: e questa volta non si discute più del tono utilizzato per incoraggiare i potenziali beneficiari, ma si assiste a un vero e proprio aggravio sanzionatorio, dato dalla sensibile riduzione delle soglie per l’applicazione delle penalità accessorie in capo ai soggetti che non aderiranno al Concordato (o che comunque decadranno dalla relativa applicazione), così come a quelli che non usufruiranno della sanatoria introdotta come ulteriore novità. Il tutto a meno di un mese da quello che, ad oggi, è il termine ultimo per aderire o meno alle proposte in questione”. Cataldi e Fabbri rimarcano come “la richiesta di proroga, pur necessaria, ci lascia l’amaro in bocca: da sempre ribadiamo che l’invio dei modelli dichiarativi a circa un anno dalla chiusura del periodo d’imposta di riferimento rappresenta un paradosso; come professionisti non possiamo fare altro che esprimere dissenso rispetto a questa prassi che ci porta, a ridosso della chiusura di un nuovo anno, ad essere ancora impegnati in attività e adempimenti relativi all’anno precedente, limitando quanto di buono potremmo e vorremmo fare a supporto delle scelte di sviluppo dei nostri clienti”.