E’ l’alba di un nuovo giorno per l’America, o meglio, come si usa chiamarla Stati Uniti d’America. L’abitudine ad essere i “giustizieri” del mondo, i “padroni” dell’Universo conosciuto, gli “angeli” custodi della democrazia planetaria, si è affievolito da tempo, sotto i colpi dell’economia, e inevitabilmente, del mondo che cambia. Ma il mondo non cambia come vorrebbe farlo cambiare Vladimir Putin, che non ha nulla da gioire delle urne americane, come non è il mondo che vorrebbe il leader dei Cinesi, che se pur oltre un miliardo di esseri senzienti, non contano quasi nulla sullo scacchiera terrestre. Il mondo cambia per altri motivi, e non certo per l’elezione o per la non elezione di uomini o donne di potere che incarnano gli interessi di interi continenti. Quello che noi definiamo cambiamento epocale lo subirà solo l’America che resta, nonostante tutto, isolata nel suo gioco a scacchi e costretta a soccorrere il mondo per non essere defenestrata dal mondo. Donald Trump, in questo gioco delle parti, da 45° presidente della Confederazioni di Stati più antica al mondo, ma non per questo più salda, è costretto a combattere con incertezze globali che non riguardano solo il sacro suolo della patria, ma vanno molto al di là anche delle stesse competenze nazionali e federali. C’è l’economia a stelle e strisce da salvare dal baratro dell’oblio finanziario generato dal Brics, come combattere contro una indifferenza oramai quasi genetica per la difesa e le sue immense spese. Ma fuori da ogni dubbio c’è da combattere la sola idea che Taiwan possa essere una colonia penale cinese dove estrarre e produrre tutto quello che alla Cina manca per essere l’unico grande faro mondiale. Gli interessi sono enormi per Donald Trump che in se detiene mille sfaccettature, partendo dall”ardimentoso Washington al pacato Carter; ma tra il dire e il fare resta tutta l’acqua salata del pianeta a ricordarci che di ideali e finte certezze, il mondo non ha bisogno, men che meno 360 milioni di Americani. L’Europa da parte sua, il vecchio continente, adesso si aspetta quegli scossoni già preannunciati. A Donald Trump la guerra nel cuore dell’Europa alleato globale, non interessa? Una stupidaggine storica oltre che culturale e materiale. Se Trump è pronto a combattere contro i Cinesi per Taiwan, lo è anche per l’Europa che è tra le principali fonti di guadagno dei cosiddetti Yankees. Trump lascerà l’Ucraina a Putin? Ma perchè chi è Putin? Il temerario Trump lascerà che l’Europa dell’Est venga nuovamente conquistata, calpestata ed annullata dai nuovi Soviet? Una follia storica ed economica. La Perestrojca mise a tacere l’Unione Sovietica dal punto di vista militare concedendo loro il progresso, la civilizzazione. Per quale motivo la Russia dovrebbe tornare indietro di 50 anni?  L’Ucraina lasciata in balia dell’Europa? Ma l’Europa è attualmente un continente che vive nel terrore di una guerra larga che possa coinvolgere altri Paesi ed altre zone geografiche. La NATO oggi è un concentrato di Stati dediti al proprio business domestico, più che pensare alle insidie di pazzi scatenati, che nella storia dell’uomo non sono mai mancati, e non ne mancheranno mai. Donald Trump è l’uomo giusto per l’America del 2024? Come diceva la famosa canzone: “lo scopriremo solo vivendo”, Putin permettendo…