NAPOLI – Lunedì 25 novembre, dalle ore 10:00, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, le operatrici della rete dei Centri Antiviolenza del Comune di Napoli composta dalle associazioni Dedalus, Arcidonna (capofila), Salute Donna, Le Kassandre, Dream Team Donne in Rete, Maddalena saranno in piazza Garibaldi, presso la portineria sociale situata nell’Area Nord e attivata nell’ambito del progetto “La Bella Piazza”.
L’iniziativa nasce per volontà del sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi. Le operatrici saranno impegnate in una azione di sensibilizzazione, volantinaggio e promozione delle azioni previste dai Centri Antiviolenza del Comune di Napoli, che proseguirà, a cadenza settimanale, tutti i mercoledì mattina.
Le associazioni rappresentano i sei Centri Antiviolenza attivi sul territorio di Napoli, l’iniziativa è promossa dall’Assessorato alle Pari Opportunità guidato dall’assessore Emanuela Ferrante, impegnata in contemporanea, lunedì, in un Consiglio comunale monotematico. In piazza ci sarà anche la Casa d’accoglienza per donne maltrattate del Comune di Napoli, la “Fiorinda”, nata nel 2011 e con sede in un bene confiscato a criminalità.
“L’intento dell’amministrazione comunale è contrastare, con ogni mezzo, la violenza contro le donne con un’azione che coinvolga tutta la collettività e che miri a sensibilizzare ed educare ogni persona, indipendentemente dal sesso, alla consapevolezza ed alla gravità del fenomeno ed alle misure di prevenzione e di supporto già esistenti e da adottare in futuro, per creare uno scudo protettivo per le donne della città e consentire loro di avere la libertà e la serenità per riscattarsi e ribellarsi alla violenza”, afferma l’assessore Ferrante.
Le azioni di sensibilizzazione saranno visibili e caratterizzate da materiale informativo con i loghi dell’Amministrazione comunale e dei partner impegnati nella promozione dei Centri Antiviolenza.
Tania Castellaccio, dirigente della Cooperativa Dedalus che gestisce il Centro Antiviolenza, afferma: “Nei primi dieci mesi del 2024, 470 donne hanno chiesto supporto ai Centri Antiviolenza cittadini. Mi preme evidenziare che la violenza non ha una classe sociale, né un contesto geografico di appartenenza: non sono i migranti i responsabili delle violenze sulle donne, ma è parte di una struttura patriarcale radicata nella società, dove la donna è discriminata in tutti gli ambienti. Con questa iniziativa siamo vicini alle donne che vogliono uscire dalla spirale di violenza, ribadendo una volta in più che il miglior modo per contrastarla è l’autonomia e la indipendenza. Puntiamo dunque ad arrivare al maggior numero di persone per raccontare che i sei Centri Antiviolenza sono attivi sul territorio e pronti ad accogliere qualsiasi esigenza; e per promuovere per promuovere una cultura libera dalle discriminazioni di genere”.