L’Editoriale
Negli ultimi mesi del 2023 e in questo anno ormai agli sgoccioli, il panorama politico italiano é stato caratterizzato da una serie di sviluppi significativi che riflettono le sfide e le dinamiche attuali del nostro Paese. A partire da quelle dell’economia, che il Governo Meloni ha “ingaggiato” già all’indomani del suo insediamento. I dati diffusi da tutti gli osservatori nazionali ed internazionali sono particolarmente incoraggianti. Dagli Istituti Internazionali di Revisione Contabile a quelli di Statistica di mezzo mondo, la fiducia per il “sistema Italia” é largamente condivisa e ormai nota a livello globale. Solo i partiti di sinistra, sostenuti da una parte dei sindacati oggi non più “unitari” (come un tempo) continuano nella loro strategia del disconoscimento dei risultati conseguiti dal Governo, attraverso iniziative di piazza terminate in zuffe ed incidenti, dichiarazioni irresponsabili, scioperi a ripetizione come non se ne vedevano dagli anni delle lotte operaie dei primi anni 70. Uno scenario incomprensibile e datato che denota mancanza di strategia politico-sindacale, oltre ad una assoluta inconcludenza e autonoma capacità di proposta politica alternativa alle scelte governative, soprattutto in ambito economico-sociale. Ma ognuno fa le proprie scelte, si spera nell’interesse del Paese, e non gli interessi di una parte politica che considera il Governo il nemico assoluto da abbattere ad ogni costo. Tornando alla nostra disamina dell’attualità politica : i dati più recenti diffusi dall’OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) delineano, coerentemente con gli altri Istituti statistico-economici, un quadro più che soddisfacente dell’Italia. A partire dal riconoscimento di paese con il miglior reddito reale nel 2024 grazie all’incremento del reddito da lavoro dipendente del 3,4% tra tutti i Paesi del G7 (i paesi più industrializzati). Altri elementi considerati dall’OCSE riguardano gli investimenti nei settori produttivi; l’estensione delle aree ZES a tutte le regioni meridionali con possibilità di sostegni alle imprese che si insediano sul territorio, sgravi fiscali per le aziende che assumono in area ZES, riduzione o anche eliminazione dei carichi contributivi per giovani assunti con contratti a tempo indeterminato; ed ancora, il dato storico raggiunto in termini di occupazione in Italia con il risultato ancor più sorprendente dell’impennata occupazionale delle donne che conquistano sempre più spazio nel mercato del lavoro in Italia. Ma l’OCSE pone anche l’accento sul PIL sempre crescente; la percentuale più bassa di inflazione tra i paesi dell’Area U.E.; la riforma fiscale e gli ottimi risultati conseguiti sull’affidamento di finanziamenti per il PNRR; la riduzione del cuneo fiscale per i redditi sino a 35.000 Euro, con l’obiettivo di aumentare il potere d’acquisto dei lavoratori e stimolare adeguatamente l’economia. A questi fattori evidenziati dagli “addetti ai lavori” che scrutano ogni aspetto significativo e riscontrabile in campo economico dei Paesi più industrializzati, va sottolineato che lo Spread (differenziale di rendimento tra titoli di Stato di due Paesi. Nel nostro caso i BPT italiani e i Bund tedeschi) é praticamente dimezzato e che Piazza Affari ha raggiunto livelli da autentico record! Ma passiamo ad analizzare i risultati del Governo di Centro Destra in tema di politica estera. Iniziando dai risultati ottenuti dall’export nazionale, grazie al sostegno ricevuto dalle politiche promozionali del Made in Italy messe in campo dal Ministero dello Sviluppo Economico guidate dal siciliano Adolfo Urso. Le esportazioni italiane hanno potuto registrare una crescita significativa con un l’aumento di 15,5 Milioni di Euro nei confronti degli Stati Uniti e incrementi rilevanti verso Francia e Germania. E il trend é ancora in crescita. Sotto l’aspetto delle politiche internazionali, il Governo Meloni ha sempre supportato l’Ucraina. Ha mantenuto la posizione coerente di condanna dell’aggressione russa e il sostegno più assoluto al paese invaso arbitrariamente con forze militari soverchianti. Il Governo si é allineato senza esitazioni con gli alleati occidentali e rafforzato la sua posizione, ottenendo il sostanziale riconoscimento della NATO. A partire dal 1° Gennaio del 2014 l’Italia ha assunto la Presidenza del G7, posizionandosi al centro delle decisioni sulle principali questioni globali, rafforzando il suo ruolo sulla scena internazionale. Ponendo anche con forza e in ogni occasione la necessità di politiche di sostegno delle economie dei paesi africani per incoraggiare e promuovere la nascita di opportunità occupazionali in territorio africano. Un sostegno che sia sostanziale, duraturo, efficace da parte dei paesi più ricchi. Un progetto non più differibile per ostacolare la fame che costituisce il primo caso di morte dei bambini sino a 6 anni in quel continente. Un progetto che deve offrire l’opportunità di non dover scappare dai propri luoghi di origine per guerre o per mancanza di ogni presupposto di una vita civile. E’ Il cosiddetto “Piano Mattei” che nasce per volontà del governo italiano. Un progetto strategico affidato alle diplomazie mondiali per la cooperazione allo sviluppo e investimenti mirati. A partire dall’Italia, per rafforzare e rinnovare i legami e il buon vicinato con i paesi dell’altra sponda del Mediterraneo. Non più aiuti a pioggia o con il contagocce. Ma progetti di opere pubbliche, acquedotti, scuole, ospedali e assistenza sanitaria per le popolazioni. Realizzate in loco dai paesi più ricchi. E poi insediamenti industriali ed aiuti all’agricoltura per rendere autonome e autosufficienti le popolazioni locali. Una proposta e un progetto fatto proprio dai paesi del G7 che sta già muovendo i primi passi necessari. Ed é anche grazie al ruolo di Presidenza del G7 assunto dal nostro Paese che la nostra diplomazia, supportata dal Primo Ministro e dal Ministro degli Esteri italiani, ha potuto avere un ruolo di primo piano nelle lunghe e faticose trattative per il cessate il fuoco in Libano e che tutt’ora si adopera perché siano deposte le armi in Ucraina e in Palestina, monitorando anche e con ogni attenzione gli sviluppi della crisi Siriana. Con ciò accrescendo la considerazione internazionale e il prestigio dell’Italia anche nei teatri più difficili e nelle situazioni più laceranti e obiettivamente più pericolose. Un governo italiano dialogante con tutti i partner mondiali, che non ha esitato a promuovere incontri bilaterali con gli attori della politica internazionale tanto in Italia, quanto con apposite missioni diplomatiche all’estero. A partire dai paesi che si affacciano sul bacino del Mediterraneo, agli USA, all’Argentina, alla Cina. In ciascun paese la Premier ha aperto la strada a nuove cooperazioni nei settori più delicati: dalle tecnologie più avanzate, alle intese commerciali, alla cultura e alle infrastrutture. Ma soprattutto ha instaurato rapporti di sincera amicizia dell’Italia in ogni angolo del globo con interlocutori autorevoli che hanno sempre espresso elogi e soddisfazione per l’esito degli incontri con gli esponenti del Governo Meloni e per le stagioni future di nuove e più proficue relazioni diplomatiche con il nostro Paese. Prova ne sia la dinamicità del nostro Governo sul fronte internazionale e il rafforzamento delle sue relazioni bilaterali, la recentissima visita di Stato dei Reali di Spagna a Roma e Napoli, che sottolineano l’importanza della cooperazione in ambiti quali l’economia, la cultura e la sicurezza. Ruoli questi molto attivi dell’Italia sulla scena internazionale. La capacità del Governo e delle Istituzioni italiane di affrontare efficacemente queste sfide fondamentali, sarà determinante per il futuro della nostra Nazione.