VIAGGIO DI PIACERE (?) TRA RISTORANTI E CAMPI DI CALCIO DI MEZZA EUROPA. POI SPUNTA IL MANDATO DI ARRESTO INTERNAZIONALE DELLA CPI
E’ una vicenda davvero singolare quella del Generale libico in viaggio di piacere in Europa per oltre 10 giorni, passato dall’Inghilterra al Belgio, dalla Germania all’Italia fino ad approdare allo Juventus Stadium di Torino per assistere alla partita Juventus- Milan di Sabato 18 Gennaio. Il nostro viaggiatore, con evidente passione calcistica, risultava essere Osama Elmasrj Njeem ALMASRI, capo della Polizia giudiziaria di Tripoli, accusato dalla Corte Penale Internazionale dell’Aja di crimini di guerra e crimini contro l’umanità (torture) commessi sui detenuti del carcere libico di Mittiga, affidato proprio alla sua molto discutibile direzione carceraria. Osama ALMASRI parte in aereo dalla Libia il giorno 6 Gennaio, destinazione Londra. In Inghilterra rimane una intera settimana unitamente a due suoi colleghi che lo accompagnano nel viaggio e con i quali viene riconosciuto ogni sera nei migliori ristoranti londinesi. Ma chi è che lo segnala, chi si interessa dei suoi spostamenti? E’ evidente “l’interesse” delle forze di polizia locali sul quartetto di turisti che si aggira di sera per i ristoranti londinesi. Il giorno 13 Gennaio il Generale con la sua “scorta” lascia l’Inghilterra e, in treno, raggiunge il Belgio. A Bruxelles rimane due giorni per poi ripartire con una Mercedes presa a nolo, in direzione della Germania. Nel viaggio (16 Gennaio) viene fermato dalla Polizia Belga e controllati accuratamente i documenti oltre alla vettura e i bagagli. Dopo una mezz’ora vengono fatti ripartire. Raggiunge Bonn e successivamente si sposta a Monaco di Baviera ove pare abbia assistito ad una partita di calcio del Bayern di Monaco. Qui cambia la Mercedes presa a nolo con una vettura più grande e più comoda e si dirige verso l’Italia. Raggiunge Torino e viene nuovamente controllato dalle forze di Polizia italiane. Dopo il controllo documenti e le formalità di rito viene lasciato ripartire. Alle 21 viene individuato allo Juventus Stadium tra gli spettatori della partita Juve Milan. Nella notte successiva (19 Gennaio) viene raggiunto dalle forze di polizia italiane nel suo albergo di Torino ed arrestato con i suoi compagni di viaggio. Gli viene notificato il mandato di arresto del Tribunale Penale Internazionale del 18 Gennaio e avviato al carcere torinese delle Vallette. Quanto accaduto successivamente, con il rilascio del Generale libico e dei suoi accompagnatori e il rientro in Libia con aereo della nostra Aeronautica per evidenti motivi di sicurezza, (e cioè per evitare di far viaggiare con aereo di linea un soggetto accusato di simili deprecabili reati) a seguito di provvedimento di espulsione dall’Italia, sono argomenti ormai noti e oggetto di polemiche velenose delle forze politiche di opposizione che proveremo di seguito a chiarire e commentare. Il generale ALMASRI arrestato alle prime luci dell’alba di Domenica del 19 Gennaio, veniva liberato anzitempo il 21 Gennaio poiché la Corte di Appello di Roma aveva riscontrato irregolarità nell’arresto per la mancata interlocuzione preventiva con il Ministero della Giustizia, o meglio, il Ministro Guardasigilli, unico titolare dei rapporti con la Corte Penale Internazionale dell’Aja. Questa lacuna determinava l’immediata scarcerazione del detenuto per vizio procedurale nelle modalità dell’arresto. O, più precisamente, La Corte di Appello di Roma, nell’ambito delle prerogative al vaglio dei provvedimenti di limitazione della libertà personale, dichiarava il “NON LUOGO A PROVVEDERE ALL’ARRESTO DEI CITTADINI LIBICI, VALUTATO COME IRRITUALE IN QUANTO NON PREVISTO DALLA LEGGE E DISPONENDONE LA LIBERAZIONE SE NON DETENUTI PER ALTRE CAUSE”. Tra l’altro va osservato che l’arresto effettuato con modalità irrituali o imperfette sarebbe stato certamente contestato dalle autorità libiche avviando una crisi diplomatica di non poco conto. A questo punto e per evitare che il generale libico e i suoi accompagnatori rimanessero sul suolo italiano a piede libero, interveniva il Ministero degli Interni che emanava immediatamente una Ordinanza di espulsione dall’Italia per ragioni di urgenza e di sicurezza vista la pericolosità dei soggetti. Questi i fatti e il loro sviluppo in questa vicenda certamente singolare ma tutto sommato ordinaria, se non fosse per questa farraginosità dei rapporti tra Autorità Giudiziaria italiana e le Autorità di Governo (nel caso specifico il Ministro della Giustizia) che, probabilmente per motivi di contrasto politico causati dalla nota iniziativa legislativa di riforma della Giustizia, causano ritardi, incomprensioni procedurali, vizi di forma nelle procedure giudiziarie o silenzi imbarazzanti. E che producono ulteriori tensioni nei rapporti tra poteri dello Stato che vengono poi abilmente adoperate dalle forze di opposizione al Governo per alimentare la carne a cuocere su quel braciere sempre caldo delle polemiche strumentali, sterili e troppo spesso dannose per il Paese. Noi, tuttavia, vogliamo chiudere questo discorso proponendo ai lettori una riflessione attenta su taluni aspetti di questa vicenda: Perché la Corte Penale Internazionale ha ufficializzato la richiesta di arresto per il Generale Libico soltanto il 18 Gennaio, nonostante il Procuratore della Corte avesse avanzato agli organismi amministrativi della Corte medesima la richiesta di arresto in data 2 Gennaio 2025? Perché formalizzare il provvedimento con oltre 15 giorni di ritardo nonostante fosse ben noto che Almasri era in viaggio in quei giorni in diversi paesi europei e quindi più facilmente rintracciabile dalle Autorità Giudiziarie e di Polizia di mezza Europa? Come è stato possibile lasciare per oltre una settimana il Generale e i suoi accompagnatori girovagare per Londra senza intervenire, nonostante il costante controllo a distanza delle autorità di Polizia inglesi che lascerebbe presupporre una conoscenza profonda del soggetto controllato e della pericolosità sociale del medesimo? Chi ha disposto i controlli di Polizia in Belgio e in Italia sulla autovettura del Generale libico e per quale motivo veniva così assiduamente monitorato in mezza Europa se il Provvedimento di arresto non era ancora stato ufficializzato? Perché si è atteso inspiegabilmente che il Provvedimento di arresto arrivasse solo nella notte tra sabato e domenica, trovando probabilmente impreparato il meccanismo operativo dell’Autorità Giudiziaria e del Ministero della Giustizia italiano, nel pieno dello svolgimento del Week End. Ma soprattutto perché si è atteso che Almasri arrivasse proprio in Italia per arrestarlo, quasi a scaricare sul nostro Paese l’ennesimo caso scabroso di tensione internazionale, condito di commistioni e depistaggi dei servizi segreti di mezzo mondo, Italia compresa, con un unico obiettivo, tra l’altro mal celato, di destabilizzare il quadro politico del nostro Paese. E chi vivrà, vedrà !!…