Il Direttore del Mattino di Napoli, Francesco Napoletano, ci ha piacevolmente intrattenuto sulle colonne del Suo giornale con un interessante editoriale pubblicato Domenica 2 febbraio, illustrandoci i progressi di questi ultimi mesi e fors’anche di questi ultimi anni della nostra beneamata città. Progressi che sono più che evidenti a tutti e che, a nostro avviso, sono dettati prevalentemente da due elementi fondamentali: il nuovo slancio turistico e l’attenzione riservata soprattutto dagli operatori del settore turistico per questa attività divenuta indispensabile strumento di crescita economica per i nostri territori, comparto che rappresenta oltre il 10% del Pil Nazionale e poi,  la grande vitalità del mondo imprenditoriale napoletano e meridionale in genere, che ha trovato il giusto sostegno governativo con iniziative di grande respiro come l’estensione a tutto il Mezzogiorno dei benefici previsti dalla ZES (Zona Economica Speciale) in uno con la possibilità di usufruire dei benefit del Credito d’Imposta per le imprese locali.  Tanto per perseguire l’obiettivo strategico di sviluppare al massimo l’impatto competitivo delle aziende meridionali negli scenari internazionali. Facendo ricorso altresì alla collaborazione virtuosa delle Università del Sud Italia con il sistema delle imprese, in specie affiancando anzi legando, i progetti di ricerca scientifica degli Atenei ai processi produttivi delle imprese meridionali e alla loro esigenza primaria di puntare sull’innovazione, la competitività, la trasformazione industriale conosciuta come Industria 5.0 .  A tutto questo va aggiunto il regime fiscale agevolato (così detta fiscalità di vantaggio) per le imprese già operanti sul territorio ZES o quelle che scelgono di insediarsi ex novo sul territorio del mezzogiorno, comprese le aree portuali o retroportuali per l’implementazione di strutture industriali o logistiche a sostegno della imprenditorialità marittima. Tutte misure di sostegno e finanziamento per la creazione di nuove imprese in area ZES che camminano di pari passo alla digitalizzazione e la transizione ecologica, oltre ai benefici derivanti dall’assunzione di personale che prevede per ogni dipendente over 35 disoccupato da almeno 24 mesi l’esonero totale dei contributi previdenziali fino a 650 Euro mensili, per un totale di 24 mesi. Mentre per i giovani under 35 che avviano attività imprenditoriali in zona ZES nei settori delle tecnologie innovative, è previsto un esonero dai contributi previdenziali fino a 800 euro mensili per un massimo di tre anni.  E per finire (misura della super deduzione) le imprese operanti in zona ZES che assumono personale a tempo indeterminato possono beneficiare di una deduzione fiscale del 120% del costo del lavoro, con estensione al 130% per lavoratori meritevoli di maggior tutela.

Un pacchetto di agevolazioni, benefit e finanziamenti ad hoc per le imprese, fortemente gradite e apprezzate dagli operatori economici meridionali, con particolare riferimento all’area metropolitana di Napoli caratterizzata da un tessuto produttivo già piuttosto diffuso e perché no, qualificato.

E continuiamo con i progetti finanziati dal PNRR: dalla riqualificazione di siti di pregio storico-architettonico (palazzo Fuga), alle infrastrutture ferroviarie come la nuova linea di Alta Capacità tra Napoli e Bari o gli interventi in ambito sanitario, con la realizzazione di nuovi ospedali e la riqualificazione e l’efficientamento degli esistenti, oltre a tanti altri interventi finanziati per un totale di oltre 82 miliardi di Euro esclusivamente per le regioni meridionali. Progetti che, allo stato, risultano in piena esecuzione per oltre il 90% di quelli finanziati dal PNRR a Napoli città.

Per la sola Regione Campania, inoltre, vanno aggiunti Tre miliardi e 478 milioni di Euro grazie all’approvazione degli Accordi previsti dal Piano di Sviluppo e Coesione, stipulati tra Regione (Governatore De Luca) e Consiglio dei Ministri (Presidente Meloni e Ministro Fitto) il 17 Settembre 2024.  Anche in questo caso gli interventi da realizzare andranno in primis nella direzione degli investimenti strategici per cittadini e imprese del territorio, con lo scopo di ridurre le disuguaglianze tra aree interne e aree costiere della regione. Con particolare riferimento agli insediamenti produttivi e le infrastrutture viarie e ferroviarie necessarie al loro sviluppo. Con il piano di Coesione vengono conferite anche le risorse dei fondi europei non spese nei tempi dovuti (Fondi di rotazione, Fsc, Fers.) che in parte sono già state anticipate dal Governo per opere strategiche (completamento della bonifica del sito di Bagnoli-Coroglio; l’emergenza del Bradisismo a Pozzuoli e Area Flegrea; il completamento dei progetti di risanamento e riqualificazione urbana di taluni comuni campani ancora in corso d’opera). Si chiude con risorse destinate al disinquinamento delle acque marine (collettori fognari e impianti di depurazione lungo la costa), la ristrutturazione delle reti idriche, la riqualificazione e ristrutturazione degli impianti sportivi dello Stadio Arechi e Stadio Volpe di Salerno, lo Stadio Collana di Napoli. Complessivamente, secondo fondi dell’ANCI, lo Stato ha assegnato alla Regione Campania 6.5 Miliardi di Euro. Un mare di denaro mai investito per lo sviluppo del Mezzogiorno, neanche ai tempi della Cassa del Mezzogiorno negli anni 60 e 70.

Ora occorrerà che gli interventi programmati siano eseguiti nei tempi previsti. Occorrerà avere una Amministrazione Civica che supporti adeguatamente le imprese impegnate nei tanti progetti programmati e che i lavori procedano spediti e i finanziamenti necessari siano distribuiti tempestivamente e senza intoppi burocratici. Una Amministrazione pubblica che riesca a comprendere il ruolo fondamentale che dovrà esercitare con la sua attività di controllo e di indirizzo delle opere pubbliche da realizzare, per fare uscire la città e la regione dallo stato di subalternità e di divario socio-economico del recente passato.

Adesso tutto ciò è possibile. Finalmente c’è la volontà politica. E con essa ci sono anche i progetti e le risorse necessarie per “costruire” una nuova dimensione di progresso per il nostro Mezzogiorno. Ognuno faccia la sua parte senza tentennamenti, a partire dal Comune di Napoli e la Regione Campania che non sempre sono stati all’altezza di queste sfide. E lo diciamo non per volontà di critica. Magari superflua in questo momento. Ma per spronare le Amministrazioni locali ad un impegno ed una attività più rigorosa ed efficace. 

Pertanto è necessario che si realizzino al più presto quelle opere pubbliche di competenza comunale necessarie e per troppo tempo disattese come il nuovo grande Parco Urbano della Marinella. Posto in una zona nevralgica della città a due passi dalle Stazioni Ferroviarie della Circumvesuviana e il terminal ferroviario statale di Piazza Garibaldi. Cioè a dire in piena zona turistica, con Piazza Mercato, le mura Aragonesi e le sue meraviglie architettoniche. Un parco urbano di oltre 30 mila metri quadri, che dovrebbe prendere il posto di un’area degradata e abbandonata che corre lungo la centralissima via Vespucci sino alla Caserma Bianchini e che ingloba anche lo storico edificio razionalista del Mercato Ittico progettato da Luigi Cosenza negli anni 30. Un progetto di recupero urbano affidato dal Comune di Napoli al Prof, Aldo Loris Rossi che aspetta invano dal 1998 l’inizio dei lavori.

E potremmo continuare con il verde pubblico (sempre per rimanere nel campo delle iniziative di sostegno al turismo) per segnalare la mancata piantumazione di nuovi alberi nelle zone di maggior pregio turistico della città come il Parco della Rimembranza in viale Virgilio a Posillipo.  Dopo la selvaggia distruzione di migliaia di Pini ritenuti pericolosi e mai sostituiti dopo 10 anni di inutili attese. Problema questo della carenza di verde pubblico che tuttavia investe gran parte della Città se è vero, come è vero, che Napoli è la città europea con il minor rapporto di verde per numero di cittadini residenti. Primato davvero poco esaltante per una città turistica!

 E concludiamo con i trasporti. Tutti noi napoletani abbiamo salutato con soddisfazione l’inaugurazione della linea 6 della Metropolitana. Abbiamo ammirato le nuove ed artistiche stazioni di Piazza San Pasquale e di Chiaia, che si arrampica sino a Piazzetta Santa Maria degli Angeli a Monte di Dio. Progetti di indubbio pregio che vengono apprezzati anche dai turisti, il cui numero è sempre crescente in città. Tuttavia c’è da dire che gli utenti della nuova linea non sono poi così contenti di utilizzare una metropolitana a mezzo servizio. Cioè a dire dal primo mattino alle ore 15 massimo, per ogni giorno della settimana. Il Comune si è subito affrettato a chiarire i motivi riconducibili alla scarsità di macchinisti da impiegare sulla linea, poi dai vagoni ferroviari inidonei e da sostituire a breve, poi altre amenità del genere piuttosto puerili e inverosimili. Solo da qualche settimana si è capito il vero motivo delle difficoltà effettive di cui soffre la linea 6. E questi motivi sono riconducibili alla mancanza di un’area per lo smistamento dei treni a monte o a valle della linea ferroviaria. Un’area indispensabile per il movimento dei treni, per lo smistamento, per la manutenzione e pulizia di vagoni e motrici. In sostanza un deposito ferroviario che allo stato manca e che si è pensato solo da qualche settimana di poter risolvere grazie alla sottoscrizione di un Accordo di Programma tra Ferrovie dello Stato, ANM, Comune di Napoli e Ministero della Difesa, per utilizzare parte del parco binari della Stazione di Campi Flegrei e dei suoli dell’ex Arsenale Esercito di Via Campegna a Fuorigrotta, per realizzare il deposito manutenzione della linea 6 e l’area di movimentazione dei treni che consentirà (non prima di 5/10 anni) ai treni della nuova linea di metropolitana di essere operativa interrottamente dal mattino alla sera. Senza interruzioni. 

E fermiamoci qua. Augurandoci che l’Amministrazione comunale sappia e voglia evitare di trattare i suoi cittadini come degli sprovveduti e creduloni cui far digerire ogni sciocchezza o bugia propinata. Una Amministrazione che sia all’altezza dei tempi, determinata a realizzare interventi necessari allo sviluppo della città, senza infingimenti. Senza propaganda spicciola e con la massima trasparenza possibile.