L’imprenditore partenopeo esorta a un cambio di passo per la rinascita del territorio, tra bonifica, tutela della salute e sviluppo sostenibile

NAPOLI –  La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU) ha emesso una sentenza di condanna nei confronti dell’Italia per la gestione inadeguata della Terra dei Fuochi, riconoscendo la violazione dell’articolo 2 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, relativo al diritto alla vita. Una decisione storica che impone una riflessione profonda e un’azione immediata. La Corte ha evidenziato come l’inquinamento del suolo e delle falde acquifere, causato da una gestione irresponsabile dei rifiuti, fosse noto alle autorità da anni, con bonifiche insufficienti. La sentenza sottolinea la “trascuratezza” dello Stato nel proteggere la salute dei cittadini, richiedendo una strategia complessiva per la bonifica, la prevenzione dei rischi sanitari, l’istituzione di un’autorità di controllo indipendente e una piattaforma informativa pubblica. La CEDU ha inoltre disposto un risarcimento per le vittime dell’inquinamento. La “Terra dei Fuochi“, espressione coniata nel 2003 da Legambiente, è diventata simbolo di un disastro ambientale e sanitario causato dallo smaltimento illegale di rifiuti tossici. Studi scientifici hanno confermato l’aumento di patologie gravi, tra cui il cancro, nelle aree colpite.