Dopo il Ko di Como la situazione, a guardare la classifica, non sembra grave, non ancora almeno, ma è da prendere seriamente. Nove punti di vantaggio sulla quinta,la Lazio, non sono pochi ma occorre difenderli nelle ultime 12 partite che non sono poche. Non tanto per come è maturata la quarta sconfitta dopo gli ultimi tre pareggi,quanto per gli improvvisi blackout che questo Napoli sta avendo. Non saremo certo noi a mortificare una squadra che ha vinto 17 partite pareggiandone 5, ma il modo e il momento non proprio favorevole che dura dal 25 gennaio, data dell’ ultimo successo, quello contro la Juventus in rimonta, merita una riflessione approfondita. A cominciare dalla difesa o, meglio, dalla fase difensiva che non sembra più solida come nelle prime 20 gare dove erano stati subìte solo 12 reti di cui 6 contro Verona e Atalanta. Se sì aggiungono le difficoltà dell’ attacco che ha realizzato solo 41 reti, pochissime per una squadra di vertice, ecco spiegate le necessità di capire i problemi che sta vivendo Conte con il suo gruppo. Anche a Como si è visto un Napoli in versione Jeckill e Hyde, convincente nel primo tempo per l’ atteggiamento di tutta la squadra nonostante la…frittata fatta da Rrahamani dopo soli sei minuti,poi in chiara difficoltà nella ripresa quando il Como ha decisamente preso l’ iniziativa e il Napoli ha subito quasi inerme le giocate di Nico Paz e Diao o le iniziative di Perrone e Da Cunha, non riuscendo a sfruttare, nelle rare occasioni create in ripartenza, gli ampi spazi che i lariani lasciavano in difesa proponendosi in massa in attacco. Che la partita non fosse semplice si sapeva bene non solo per le qualità tecniche individuali e di gioco di una squadra che appena 7 giorni prima aveva schiantato la Fiorentina al Franchi, ma anche perché il Napoli di febbraio è apparso una squadra in perenne convalescenza per qualche virus che soprattutto nei minuti finali ha colpito la difesa.
Il Como è squadra sfacciata con un allenatore, Cesc Fabregas, che gioca quasi solo per attaccare con esterni volanti, centrocampisti sempre pronti ad inserirsi e pochi dediti a coperture o marcature preventive. In difesa, infatti, l’ etichetta di squadra “ingenua” o inesperta, fate voi, è stata confermata in occasione del gol del pareggio di Raspadori, lesto ad approfittare di un pessimo controllo di Kempf per presentarsi da solo davanti a Butez e trafiggerlo con un rasoterra chirurgico.
Tuttavia quando si è trattato di difendere la rete del vantaggio siglata da Diao -un 2005 di cui sentiremo parlare- pescato al millimetro da Nico Paz che nel secondo tempo si è reso immarcabile per gli azzurri.Ma il talento spagnolo-argentino poteva essere “sorvegliato” in modo più stretto?
E così il Napoli del secondo tempo ha subito quasi passivamente la qualità del palleggio dei lariani come ipnotizzato e frastornato dal gioco e dal continuo movimento dei ragazzi di Fabregas. Una sconfitta non prevista ma meritata e toccherà a Conte capire il perché di secondi tempi abulici nei quali, come lui stesso ha sottolineato, la squadra lascia negli spogliatoi i propositi di aggressività e di intensità.
Poche settimane fa, in conferenza, intuendo le prime difficoltà della squadra, nell’ elogiare la straordinarietà di quello che i suoi ragazzi stavano facendo puntualizzò: ” l’ obiettivo della società non era e non è vincere ma tornare in Europa e l’ Europa è anche la Conference “.
Non crediamo che sia stato un modo per voler mettere le mani avanti, ma è chiaro che sabato pomeriggio al Maradona sarà la partita della verità contro la neo capolista Inter. Il Napoli e Conte devono ripartire dal buon primo tempo di Como dove la squadra poteva chiudere la gara per lo spirito di squadra, il lavoro efficace del centrocampo e la solidità difensiva mostrati che hanno consentito il possesso palla e lo sviluppo di una manovra d’attacco cui sono mancate solo le conclusioni vincenti.
Sta svanendo l’ attenzione collettiva o si tratta di una flessione atletica soprattutto degli onnipresenti centrocampisti? L’ Inter lo farà capire senza ombra di dubbio. Como può servire di lezione e di stimolo per sabato, perché se è vero che da situazioni conclusesi negativamente si possono ottenere effetti e motivazioni incoraggianti Conte dovrà aiutare la squadra a rialzarsi per ricominciare a giocare quel calcio concreto, a tratti spettacolare, che l’ aveva portata in testa alla classifica fino a ieri.
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