La magia del teatro ha preso vita alle Officine San Carlo di Napoli con La Baronessa Rampante, un inedito esperimento di Prima Opera Jazz. Questo incantevole adattamento, ispirato al celebre romanzo Il Barone Rampante di Italo Calvino, porta la firma di Maurizio Braucci e trasforma il Barone in Baronessa, ribattezzata Gravità. Attraverso questa figura femminile, lo spettacolo esplora il legame tra la fiaba di un personaggio che cavalca l’utopia e i tabù morali e iconografici che ancora gravano sull’identità femminile.

La storia prende avvio da un atto di ribellione: dopo un’accesa lite con i genitori per non aver voluto mangiare la zuppa di lumache, la giovane Baronessa compie una scelta radicale e poetica. Stanca delle imposizioni familiari e sociali, decide di abbandonare la casa per vivere sugli alberi, giurando di non mettere mai più i piedi a terra. Da quella prospettiva elevata, osserva il mondo con occhi nuovi, trasformando la sua avventura in una potente metafora di libertà e autodeterminazione.

La regia di Michele Sorrentino Mangini crea un universo sospeso tra fiaba e contemporaneità, in cui la natura assume un duplice significato: rifugio e fuga dall’oppressione, ma anche espressione autentica dell’essere umano, libero dalle convenzioni sociali. Con delicatezza e intensità, la narrazione conserva il cuore fiabesco del testo calviniano, aprendosi al tempo stesso a riflessioni attuali e universali.

Nel ruolo della Baronessa bambina, la giovane Giada De Lucia dona vita a un personaggio vivace e determinato, capace di trasmettere la forza ribelle della protagonista fin dalla tenera età. Al suo fianco, Nadia Marsano interpreta Viola, l’amica d’infanzia, portando in scena una complicità sincera e vivace che accompagna il percorso di crescita della Baronessa. Antonello Cossia, nei panni del padre, incarna con autorevolezza una figura paterna severa, simbolo di un’autorità rigida in contrasto con il desiderio di emancipazione della figlia. Rossella Di Lucca, nel ruolo della Baronessa adulta, offre un’interpretazione intensa e sfaccettata, restituendo con sensibilità le contraddizioni di un personaggio che cerca la propria verità in un mondo che tenta di incasellarla.

Un contributo fondamentale alla riuscita dello spettacolo viene dagli allievi delle Officine San Carlo: Francesco Barra, Claudio Belisario, Beatrice Caiazzo, Anna Califano, Alessandro De Giorgi, Germana De Marino, Annalisa Di Carluccio, Nunzia Durazzo, Giuliana Ferola, Mery Perrotta, Federico Reccia, Gaia Lucrezia Russo, Thilina Kavinda Silva, Andrea Subasinghe e dagli allievi del Laboratorio Teatrale Love Act Be: Domenico Cimmino, Antonio D’Ancicco, Francesco De Lucia, Andrea Ferrucci, Nadia Marsano e della Start Music Academy: Giada De Lucia diretti con passione da Rossella Di Lucca. 

L’energia e freschezza di tutti gli allievi hanno arricchito la scena, donando vitalità e leggerezza al racconto.

Le coreografie di Nyko Piscopo, eseguite dai danzatori della Cornelia Dance Company: Leopoldo Guadagno, Nicolas Grimaldi Capitello, Francesco Russo, Agnese Modena, Marta Ledeman, Imma Friscuolo hanno amplificato l’emozione della narrazione con immagini poetiche e suggestive, intrecciandosi armoniosamente con la musica dal vivo, colonna sonora vibrante curata dal M° Angelo Cioffi. Ad accompagnarlo una formazione di talentuosi musicisti: Angela  Addeziola (voce), Giuseppe Capriello (sax tenore/sax soprano), Enrico Asquitti (tastiera),  Felice Chiaravalle (chitarra), Daniele Cortese (basso) e Luca Mignano (batteria).

Un importantissimo ruolo è stato svolto dai costumi, realizzati con maestria da Giusi Giustino, Roberta Bevilacqua, Davide Manganella e dagli alunni dell’Officina di Sartoria Teatrale Circolare che hanno messo in atto un importante lavoro di recupero di materiali e tessuti. A firmare l’ideazione dello spazio scenico è l’artista Antonella Romano, direttrice dell’Officina di Tessitura, la quale ha formato con ammirevole cura una numerosa classe di artisti tessitori che si sono cimentati in un minuzioso lavoro artigianale ricamando tutti gli elementi del magico mondo di Gravità. Tra questi si è distinto il giovane scenografo Giulio Carbone, progettista dell’intero impianto scenico. Le suggestive proiezioni di Alessandro Papa, con il suo Video Set Design, hanno aggiunto una dimensione onirica allo spettacolo, trasformando il palco in uno spazio in continua metamorfosi.

La Baronessa Rampante non è solo uno spettacolo teatrale, ma un inno alla libertà di essere se stessi e all’amore senza confini. In un mondo spesso lacerato da pregiudizi e intolleranze, questa narrazione ci invita a sollevarci oltre le convenzioni e a guardare il mondo con occhi nuovi, aperti alla bellezza e all’accoglienza di ogni forma d’amore. Come una mongolfiera dai colori dell’arcobaleno, ci incoraggia a librarci alti nel cielo, abbracciando la libertà di vivere autenticamente e senza paura.