Se il periodo buio è alle spalle lo sapremo solo dopo Le trasferte di Monza e Lecce intervallate dalla gara del Maradona contro il Torino. Parlare di scudetto, quando il destino non è solo nelle tue mani ma dipende da quello che saprà fare l’ Inter nelle ultime gare di campionato, lo ritengo eccessivo per quelli che erano i programmi che la società aveva chiesto a Conte: il ritorno in Europa meglio se in Champions League. Lui c’è già dentro e deve divertirsi molto di questo “singolar tenzone” con Inzaghi sempre più nervoso mentre lui placidamente si bea con i giornalisti del fatto che “dovreste farmi un applauso perché tengo ancora vivo il campionato che altrimenti sarebbe già chiuso e con pochi titoli da fare”.
Magari le parole non sono state proprio queste ma il concetto, dopo la vittoria contro l’ Empoli dell’ amico D’Aversa, era questo. Come dargli torto? Il futuro sono sicuramente queste ultime sei partite del campionato ma, finisca come finisca, scudetto o no, sarà il 25 maggio il giorno in cui sarà più facile leggere e capire cosa c’è dietro i pensieri,le parole e i sospiri di Conte e la silente vera volontà del presidente.
La vittoria contro l’ Empoli ha dato sicuramente più convinzione oltre all’ entusiasmo per una classifica forse insperata nonostante qualche battuta d’arresto inaspettata da parte del tecnico e della tifoseria. D’ altra parte se le stesse battute d’arresto le ha avute anche la corazzata Inter non possono non concedersi delle attenuanti agli azzurri ritrovatisi protagonisti ben oltre le loro reali possibilità. Non mi va di parlare di miracolo ma se qualche “Solone” addebita delle responsabilità tecniche o tattiche a Conte è evidente che o è in malafede o non sa cosa sia il calcio.L’Inter può contare su una rosa ampia e costruita nel tempo, Conte ha ricostruito una squadra e uno staff nel giro di otto mesi. I risultati sono sicuramente eccellenti se si considera che non tutti i giocatori della rosa sono funzionali alle idee del tecnico che s’è adattato a creare diversi sistemi di gioco in funzione delle loro capacità tecnica e soprattutto della loro voglia di migliorare per ottenere risultati vincenti e convincenti. Il Napoli ormai sa come vanno affrontate le partite. Capacità di sofferenza e cuore, supportati da condizione fisica e tecnica. Anche contro l’ Empoli dopo un avvio in cui ha sopportato con ordine l’ inaspettato e veemente pressing dei toscani, la squadra ha ripreso con calma ad impostare il gioco da dietro prendendo metri e campo sotto la sapiente regia del duo Lobotka-Gilmour. A trovare la chiave giusta per imporre il gioco e la gestione della gara ci hanno pensato un Lukaku sontuoso anche nel ruolo di assist-man e un Mctominay decisivo anche come goleador. Il Maradona, all’ ennesimo sold out ha mostrato di apprezzare sostenendo la squadra fino alla fine. L’ abbraccio con caduta di Conte dopo il terzo gol sembra voler aprire nuovi orizzonti e prospettive allo stesso tecnico. La capacità di riversare tutta la pressione su Inzaghi e sull’Inter fanno parte del personaggio solo quando si sente sicuro e fiducioso non solo del presente…Il progetto c’è tocca al presidente dargli corpo sotto forma di infrastrutture e investimenti sul Mercato. Non acquisti super milionari ma adeguati seguendo le indicazioni del tecnico. Finirà come finirà questo campionato ma per ora l’ importante è aver rimesso la squadra al centro dell’ Europa. Ora tocca alla società farlo uscendo dalla periferia del calcio continentale. Con un Conte così si può, De Laurentiis consentendo e volendo.