di Rosario Lavorgna

Eh, si, purtroppo la propaganda politica non ha limite, non ha vergogna, non ha colore, non ha odore, ma solo la faccia tosta di rinnegare la storia dell’umanità. Si può essere contro la guerra, e tutti noi lo siamo; si può essere contrari alle posizione dell’Italia sulla questione Ucraina, e queste sono scelte individuali, ma inneggiare alla pace con i cori di Bella Ciao, canzone popolare della guerra partigiana, e come se non bastasse intimare l’alt all’invio delle armi ad una Ucraina che si sta difendendo dall’invasione dei barbari russi che depredano e uccidono la popolazione civile, questo è inaccettabile. Quella che è andata in scena oggi a Roma, e che qualcuno ha definito marcia per la pace organizzata guarda caso da quei filoni ideologici contrari, che quando al governo avevano comunque serrato le fila dell’Alleanza Atlantica, resta un fallimento della politica, becera ed arrivista. Appena si passa all’opposizione si diventa bastian contrari di tutto per partito preso, per dare fastidio, ma soprattutto per sottolineare l’idiozia patologica insita nel sistema politico tricolore.

Onestamente fa un certo effetto vedere in strada ‘Unione Popolare’ di Luigi de Magistris sfilare per la pace al canto di ‘Bella Ciao’, ovviamente è un controsenso se si pensa che questa canzone attualmente potrebbe essere associata ai partigiani ucraini che si difendono dall’invasore, come una volta i tanti eroi italiani che hanno combattuto contro il nazifascismo.

Ma la cosa più simpatica è stato vedere l’ex sindaco di Napoli cantare a squarcia gola con il pugno alzato al cielo, come a voler ricordare che mentre per l’apologia del fascismo è previsto un reato da codice, per l’apologia del comunismo non si prevede nulla; eppure quel pugno chiuso ha fatto il triplo dei morti del palmo aperto. Amenità della Storia che non capiremo mai.

L’altra situazione imbarazzante un ‘Giusepi’ al secolo Giuseppe Conte, ex presidente del Consiglio e attuale leader del M5S che in piazza gran voce ha urlato il suo NO al nuovo invio di armi all’Ucraina, strizzando di fatto l’occhio a Putin. Quasi quasi come se l’Ucraina dovesse farsi massacrare senza rispondere, e regalare a Putin il suo territorio, le sue risorse e la sua gente. Purtroppo sono tanti che la pensano così, ma io mi continuo a chiedere: ma se tutto quello che sta avvenendo in Ucraina fosse successo da noi la penseremmo come il pentastellato Conte o de Magistris, o staremmo tutti allineati e coperti a difendere con i denti il nostro territorio? A questa domanda so bene che non avrò mai una risposta perché l’ipocrisia non è un concetto astratto, ma è una regola di vita per la politica nazionale.

Avremmo tutti bisogno di un modo nel quale governasse la pace, la fratellanza tra i popoli, l’amore e lo sviluppo delle idee condivise. Ma tutti sappiamo anche che stiamo parlando di un altro mondo e non di quello in cui viviamo, fatto di uomini che hanno una sola legge: ‘homo homini lupus’. Thomas Hobbes non era uno stolto, ma uno che aveva capito parecchio della vita. Il padrone della Russia attuale ha preso una decisione di per se storica per il suo Paese che non ne sapeva nulla, e per il mondo intero oggi vittima dei suoi ricatti sull’energia. Lo zar Pietro il Grande ha reso la Russia un grande impero militare ed economico, ma ciò che non si riesce a comprendere è che Putin non è nemmeno l’unghia del mignolo del piede sinistro di Pietro il Grande, ed il mondo non è più una steppa in attesa di conquista.

Una cosa che quasi nessuno considera e di cui purtroppo non si parla è che il nostro pianeta sta esaurendo le risorse, e la corsa ad accaparrarsi quelle poche che sono rimaste è appena cominciata. Non se ne parla per non creare panico, ovviamente non è una cosa imminente, e poi per il pianeta che ci ospita qualche secolo è come una fumata di sigaretta. Ma il problema esiste, e alcune delle risorse oggi indispensabili alla nostra vita e alla nostra economia stanno erodendo in fretta. Quindi magari, prima di fare i pacifisti radical chic o quelli che scendono in piazza addobbati di arcobaleno, documentiamoci, perché la pace è esattamente come la guerra, non è una circostanza scontata.

Resta comunque affascinante essere pacifisti, quelli veri ovviamente, non quelli che si spacciano per tali solo per elemosinare voti, consensi e qualche selfie. Stando alla storia dell’uomo, e a quella che stiamo adesso vivendo dal 24 febbraio del 2022, quello che sosteneva Winston Churcill resta valido anche oggi: “Il pacifista è colui che nutre un coccodrillo e spera, in cuor suo, di essere mangiato per ultimo”.

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