L’analisi degli esperti sul campo di battaglia nel Donbas dice esattamente il contrario

di Rosario Lavorgna

Ora che i russi si ritirano da Kherson in molti dicono che è il momento delle trattative, addirittura secondo alcuni i primi colloqui sarebbero già iniziati. In realtà si tratta di propaganda russa, e non c’è nessun colloquio Usa- Russia su una eventuale pace. Putin è in guerra con l’Ucraina che giustamente ora che stanno respingendo le armate di Mosca non hanno alcuna intenzione di trattare.

Ma in tutto questo c’è anche un’altro punto di vista, quello degli esperti della guerra. Infatti secondo gli analisti militari di punta questo momento storico, con la ritirata di Mosca da Kherson, sarebbe quello che si definisce l’ ‘action time’ ideale per fornire armi a lungo raggio all’Ucraina in modo da poter colpire il territorio russo in profondità così da costringere i Russi ad abbandonare del tutto Donbas e Crimea.

In molti potranno replicare a questa follia dicendo che poi la Russia di Putin sarebbe costretta all’uso delle armi atomiche e l’escaltion sarebbe inevitabile. Chi ancora pensa che Putin possa far ricorso alle armi di distruzione di massa per avere la meglio sull’Ucraina, ha ben chiara una sola cosa: quella di non aver capito nulla da questa guerra e soprattutto di non aver capito l’unica cosa che c’era da capire dal 24 febbraio scorso. Quella della Russia non è una guerra, non è un’operazione speciale, ma solo la volontà di stare sullo stesso piano della Cina prima che il grande dragone mangi lo spaventato ed affamato orso russo. In questa partita a scacchi serviva la scacchiera, e l’Ucraina è apparsa la location ideale.

Ma in questo intento Putin ha già fallito e ovviamente la parola ‘resa’ non è nel vocabolario dei sovietici (eh si, avete sentito bene, dei sovietici, perché in fin dei conti le nuove generazioni in Russia non hanno nulla a che spartire con la guerra di Putin). Ma allora quale la via di fuga per Putin per non perdere faccia e onore?

In questo, a tutt’oggi nemmeno gli Americani sono riusciti ad intravedere un exit point per Putin che in Russia continua a scendere nel gradimento popolare. La grande menzogna sui morti della guerra ha annientato il morale del più grande Paese del mondo, facendolo sprofondare nell’angoscia per le gravi perdite e nell’incognita di una Russia fuori dalla grazia del resto del mondo.

Intanto l’insensata guerra iniziata proprio dal desposta post sovietico sta creando non pochi danni all’economia europea ma non solo. Le speculazioni sono come le maledizioni, giungono con una puntualità svizzera, e la guerra in Ucraina ha rimarcato il concetto.

Come è sempre stato nella storia dell’uomo, le cose torneranno come prima del 24 febbraio solo a cessazione totale del conflitto, con una parte vincente e l’altra sconfitta, in rotta o in ritirata nell’ambito dei confini internazionalmente riconosciuti.

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