“Le misure varate nella manovra del governo Meloni sono insufficienti e del tutto improduttive per la Campania. Non serviranno a dare alla recessione socio economica in atto, quella svolta che le aziende del nostro tessuto produttivo auspicavano”.
Così il Presidente di Confimi Industria Campania, Luigi Carfora.
“In Campania – ha detto Carfora – rischiano la chiusura 120mila aziende e ben oltre 40mila lavoratori rischiano invece la disoccupazione a causa del caro energia. In assenza di adeguate misure di politiche industriali per la Campania, associate ad altrettante politiche attive del lavoro – ha proseguito Luigi Carfora – il futuro della regione sarà molto grigio.
Il governo ha mostrato di essere in continuità con i precedenti esecutivi, di non avere abbastanza attenzione per le Regioni svantaggiate del Sud e di non avere sufficiente coraggio per attuare una vera svolta politica tendente ad uno sviluppo economico di coesione e di integrazione nazionale, facendo venir meno tutte le aspettative di giustizia sociale per la questione meridionale”.
“Nonostante il cambio dello schieramento politico, l’attuale governo ha dimostrato – ha dichiarato ancora il presidente di Confimi Campania – di non riuscire ancora a frizionare ed a controllare i prezzi dei beni essenziali, né tantomeno ha provato a colmare il divario discriminante esistente tra le diverse regioni del nostro Paese. Discriminazioni che peseranno maggiormente sulle fasce deboli della popolazione, sulle microimprese e su tutte le PMI, già duramente provate dalla pandemia e dal caro energia di questi ultimi mesi, allargando sempre di più il divario economico tra la Campania, con tutte le storiche fragilità economiche, e le regioni del Nord.
La cifra della manovra economica, in apparenza, sembra una grande somma che suddivisa per i bisogni della popolazione da ristorare diventano delle piccole mancette da bar che non levano sete. Infatti, la proporzione dell’intervento del governo rispetto alla scure impazzita degli aumenti dei prezzi si concretizza nella misura di uno storno di pochissimi punti percentuali che in alcuni casi diventano da prefisso telefonico.
Tante aspettative, sia prima che dopo le elezioni, che con la prima manovra economica si sono dissolte del tutto nel nulla. Il rischio – ha concluso Carfora – è che questa pavidità politica, con il tempo, costerà caro, sia ai politici che alle casse della PA, e costerà più di quanto sarebbe costata una misura economica coraggiosa, in grado di invertire la rotta della recessione economica, dell’impoverimento e delle disuguaglianze sociali e territoriali che sono in corso”.
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