di Anna Lepre

I dati, in Italia, vengono comunicati sempre con notevole ritardo rispetto al momento in cui certi fenomeni si sono verificati. E’ il caso dei conti pubblici territoriali, che solo di recente sono giunti a certificare la spesa pubblica del 2020 nelle varie regioni. Ebbene, in quell’anno, in base alla riserva del 34% disposta per gli investimenti ordinari (da non confondere con quella del 40%, riguardante il Pnnr), nel Mezzogiorno si sarebbe dovuto spendere molto, molto di più di quanto accaduto. I conti pubblici territoriali hanno evidenziato come nel Sud si sia speso, tra investimenti ordinari e straordinari, incluse dunque anche le risorse europee, appena il 30%! C’è stata addirittura una forte flessione rispetto al 2019, quando, compresi gli investimenti straordinari, si era giunti quanto meno a sfiorare, con un 33%, la riserva valevole solo per gli investimenti ordinari. Ancora più evidente risulta la discriminazione territoriale se si guarda la spesa pubblica complessiva, non solo quindi quella per investimenti. Nel 2020 per ogni italiano, in media, sono stati spesi 18.610 euro. Come diceva Trilussa, la media è quell’affare che, se io ho mangiato due polli e tu zero, dice che ne abbiamo avuto uno a testa. Una cosa simile accade per il nostro sventurato Sud. Nel 2020, infatti, per ogni residente nel Centro-Nord lo Stato ha speso 20.088 euro (71,6%), contro appena 15.703 (28,4%) per gli abitanti delle otto regioni del Mezzogiorno. Se la spesa fosse stata eguale per tutte le regioni, il Sud avrebbe avuto 58 miliardi in più. Tra le regioni bistrattate, la Campania è quella che sta peggio. Dai dati dei Conti pubblici territoriali risulta che nella regione si è speso pro capite meno che in qualsiasi altra nella sanità, nelle reti infrastrutturali, nelle politiche sociali e nell’assistenza. Da sottolineare l’ultimo posto anche per questa voce, che comprende, accanto a pensioni da lavoro e sociali, cassa integrazione e altri sostegni alle famiglie, il reddito di cittadinanza. Malgrado cioè il primato di percettori di questo strumento, la Campania ha ricevuto per ciascun residente 5.175 euro contro una media nazionale di 7.093 euro! Il Sud, e la Campania soprattutto, nella distribuzione delle risorse, sia per interventi in conto capitale sia per servizi, ottengono molto meno del resto d’Italia. Se non si rispettano le riserve assegnate per legge, non ci sarà mai riduzione del divario, che in questi anni infatti si è aggravato. La speranza è che l’attuale governo se ne faccia carico, come ha promesso il premier Meloni.

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