Da uno studio condotto pare che in Italia si beva ancora troppa acqua in bottiglia, rispetto a quella che sgorga dal rubinetto di casa. La conseguenza è ovvia: una produzione ancora elevata di plastica, nonostante le nuove misure introdotte dal governo per limitarne l’utilizzo e di conseguenza la dispersione. Sempre secondo studi, siamo il primo Paese al mondo per numero di abitanti che bevono acqua in bottiglia di plastica, e per questo non esistono giustificazione, anche in considerazione del fatto che l’acqua nostrana non solo è buona e purissima, ma è anche controllata in maniera maniacale. “L’84,8% dell’acqua potabile proviene da fonti sotterranee naturalmente protette e di qualità e che richiedono limitati processi di trattamento. Eppure solo il 29,3% dei cittadini italiani beve abitualmente acqua del rubinetto” si legge nello studio che poi continua: “con 223 litri di acqua in bottiglia pro capite all’anno ne consumiamo più di due volte la media europea fissata a 87 litri pro capite annui”. Dietro questo ‘usus’ ci sono tanti fattori, tra cui la scasa fiducia e le abitudine che come si sa, sono dure a morire, soprattutto quelle negative. Il libro bianco di European House Ambrosetti sostiene che “La percezione di scarsa sicurezza dell’acqua del rubinetto risulta il primo motivo per il 33,9% dei cittadini del Centro e per il 41,3% di quelli del Sud e Isole. Non si fida dell’igiene dell’autoclave della propria abitazione e/o condominio il 39,0% dei cittadini del Mezzogiorno. Per i cittadini del Nord, il 1° motivo per non bere l’acqua del rubinetto è riconducibile al sapore (45,3% al Nord-Ovest e 50,0% al Nord-Est). Infine, è interessante notare come il 26,1% dei cittadini nel Nord-Ovest bevano l’acqua in bottiglia per abitudine, sottolineando, ancora una volta l’importanza di agire sulla cultura e sulla consapevolezza dei cittadini”.