ROMA – Il presidente di Federcepicostruzioni Antonio Lombardi: “Senza riforme concrete e strutturali, a rischio gli obiettivi concordati con l’Europa”. Il presidente nazionale di Federcepicostruzioni interviene sui dati allarmanti che emergono dallo studio realizzato dall’Autorità Nazionale Anticorruzione e Openpolis (disponibile online su OpenPNRR) che ha analizzato tutti i bandi finanziati dal Pnrr fino ad oggi. “Sono purtroppo numerosi – commenta il presidente di Federcepicostruzioni, Antonio Lombardi – gli elementi di criticità sui quali auspichiamo un sollecito e risolutivo intervento del Governo, e che vanno al di là dei pur gravi ritardi sin qui accumulati nell’attuazione delle misure: scarsa trasparenza, troppi soggetti attuatori, soprattutto nel Mezzogiorno, non in grado di attuare gli interventi per le gravi deficienze tecniche, logistiche e strutturali”. Il monitoraggio evidenza una situazione sicuramente preoccupante. Rispetto alla timeline concordata in sede europea, ad oggi la percentuale di completamento delle riforme si assesta al 67,29% (oltre 11 punti percentuali in meno rispetto alle previsioni del I trimestre 2023: 78,55%). Ancora più marcato e grave il ritardo relativo al completamento degli investimenti: 27,93% la percentuale ad oggi, a fronte del 43,76% prevista sempre per il I trimestre. “Com’era prevedibile – commenta ancora il presidente Antonio Lombardi – anche gli investimenti del Pnrr scontano la lentezza e la farraginosità di una burocrazia sempre più incidente sulla vita economica del Paese. Occorrono riforme nella direzione della semplificazione e dello snellimento burocratico e procedurale, sopprimendo gli enti inutili, evitando o limitando al massimo sovrapposizioni, pareri e autorizzazioni sempre più onerose per istituzioni, cittadini e imprese”. L’analisi dei bandi evidenzia anche la scarsa trasparenza: mancano numerose informazioni su diversi aspetti, in particolare quelli relativi a come il nostro paese stia spendendo le risorse e concretizzando gli interventi. Impossibile l’accesso ai dati sulla localizzazione delle risorse, sui progetti e relativi soggetti attuatori coinvolti, sui progetti finanziati, sullo stato di avanzamento e sull’ammontare di risorse economiche spese. Tali informazioni avrebbero dovuto essere disponibili attraverso il portale Italia domani. Tuttavia, questo sito presenta diverse lacune e la sezione open data, allo stato attuale, contiene informazioni solamente per 5mila progetti legati a quattro procedure di gara, per un valore complessivo di circa un miliardo di euro. Questi dati risalgono allo scorso maggio. I dati mancanti sarebbero dovuti confluire in un unico database centralizzato attraverso il sistema informatico Regis. Un portale creato dal ministero dell’economia in cui tutti i soggetti coinvolti avrebbero dovuto caricare le informazioni legate agli interventi di loro competenza. Ma ciò non è ancora avvenuto (eppure la piattaforma Regis avrebbe dovuto essere operativa già dal 2021). Secondo l’ultima relazione presentata dal governo Draghi, i progetti in corso sono oltre 73mila per un valore complessivo di 65 miliardi circa: ma di questi interventi, denuncia Openpolis, “sappiamo pochissimo”. La nota di aggiornamento al documento di economia e finanza (Nadef) redatta dallo stesso governo Draghi, evidenzia come il nostro paese abbia speso effettivamente molti meno soldi di quanto inizialmente previsto. Questo si traduce sostanzialmente nel fatto che molti cantieri ancora non sono partiti e sono quindi effettivamente in ritardo. “L’Italia – conclude il presidente Antonio Lombardi – stando a questa analisi ha speso 13,2 miliardi in meno di fondi Pnrr, rispetto a quanto previsto. Un dato insostenibile soprattutto per quei territori come il Mezzogiorno, che già scontano pesanti ritardi di sviluppo e gap infrastrutturali. Col rischio che i divari territoriali, lungi dall’essere colmati, possano aggravarsi nei prossimi anni”.