NAPOLI – Il Subcommissario di Bagnoli Dino Falconio ha il merito di aver realizzato una sorta di ‘bonifica giudiziaria’, sgombrando il campo da una serie di contenziosi decennali che costituivano, fra gli altri, un ulteriore impedimento al proseguimento del processo di riconversione e rinascita dell’ex sito siderurgico. Quella che, purtroppo, non è ancora completata, è la bonifica vera e propria. In un recente intervento pubblico, promosso da Arci Mare Bagnoli, Falconio ha dichiarato che, se tutto procederà nella giusta direzione, la data ultima delle operazioni cadrà addirittura nell’anno di grazia 2029! Il Subcomissario ha anche indicato una serie di errori commessi dalle gestioni precedenti. I campi sportivi realizzati non sono a norma e mancano di spalti. Il funzionamento della pista di pattinaggio su ghiaccio, stante la presenza di acqua termale a elevata temperatura a pochi metri di profondità e in considerazione della temperatura esterna riscontrabile in loco per larga parte dell’anno, comporterebbe l’impiego di una quantità enorme di energia. I parcheggi progettati assicurano la disponibilità di appena cinquemila posti auto, malgrado stime di flussi che si aggirano sul milione e mezzo di visitatori. Per di più c’è la questione colmata, che l’attuale normativa prevede di rimuovere, malgrado l’operazione determinerebbe costi finanziari insostenibili, arrecando ulteriori rischi di inquinamento ambientale. La vicenda Bagnoli è il concentrato dei problemi che impediscono alla città di decollare. Se i responsabili dell’immobilismo non pagano mai dazio, anche i successori sono indotti, se non a fare altrettanto, a essere comunque meno rigorosi di quello che occorrerebbe. Se Napoli non riesce ancora a esprimere le sue enormi potenzialità, trascinando virtuosamente la Campania e il Mezzogiorno in una grande stagione di sviluppo, la ragione è anche questa: la consapevolezza che, se non ti muovi, rischi poco o niente, se provi a scattare ti impallinano senza pietà e ti sostituiscono celermente con chi provvede a tirare di nuovo il freno a mano. Il Subcommissario Falconio è una eccezione, perché disinteressato sotto il profilo delle appartenenze e del carrierismo politico. La raccomandazione che facciamo a lui e agi altri gestori dell’attuale corso è di partire subito dai pezzi di bonifica completati per dare almeno delle prime risposte alla cittadinanza. È il solo modo per restituire a Bagnoli, e a Napoli, la speranza di una rinascita possibile.