José María Rodríguez Olaizola è gesuita e sociologo. Da anni si impegna a proporre uno sguardo sulla nostra società che sappia coniugare la fede e la vita quotidiana, lo sviluppo della persona e le sue relazioni con gli altri. Con Paoline ha pubblicato: Danzare con la solitudine (2019); La Passione (2020); Libera la gioia (2020); Davanti a una pagina di Vangelo (2021). E, ultimo, NELLA TERRA DI TUTTI, un libro dal sottotitolo fortemente esplicativo: Perché restare in una Chiesa con cui non riusciamo a trovarci d’accordo su molte questioni urgenti? Padre Olaizola sarà in Italia dal 2 al 4 maggio. Due gli incontri previsti, a Napoli e Roma:
- martedì 2 maggio (ore 18), a Napoli, presso la Sala Valeriano (Chiesa del Gesù Nuovo – Piazza del Gesù Nuovo, 2) dialogheranno con lui Jean Paul Hernández sj e Carlos Maza Serneguet sj.
- giovedì 4 maggio (ore 18.45), a Roma, presso la Libreria Paoline International (via del Mascherino, 94), padre Olaizola dialogherà con la giornalista Elisa Storace e l’ufficio stampa della casa editrice Paoline Romano Cappelletto. A moderare l’incontro Andrea Monda, Direttore de L’Osservatore Romano.
“Nella Terra di tutti” parte dalla constatazione che ci sono questioni, all’interno della Chiesa, che non fanno passare notti tranquille a chi si sente parte di questa Comunità. Se pensiamo al ruolo delle donne, alle famiglie irregolari, all’omosessualità, ai giovani, al celibato ecclesiastico, alla spinosissima questione degli abusi, la tentazione, forte, è quella di chiedersi che senso abbia far parte di una Comunità che sembra a volte arrancare su questi temi. Se l’è chiesto anche padre Olaizola. Lo aveva fatto nei primi anni di sacerdozio – era il 2005 – con il libro “En tierra de nadie”, Nella terra di nessuno. Le domande che frullavano allora nella testa del giovane sacerdote erano quelle che ancora oggi si pongono tanti credenti: perché continuare a sentirsi parte di una Chiesa piena di questioni che non sembrano trovare soluzione? Di fronte a queste domande, tre di solito sono gli atteggiamenti. Il primo è quello di chi si oppone, denuncia, critica in modo sistematico. Poi c’è l’atteggiamento diametralmente opposto, quello di chi in modo rigido e acritico non vede (o nasconde) i problemi. Tra questi due fronti opposti (ma ugualmente deficitari), c’è appunto la terra di nessuno. Quella terra in cui abitano coloro che si sentono parte della Chiesa, ne riconoscono luci e ombre, senza veli e senza astio. E che, soprattutto, criticano per costruire, domandano per trovare risposte. Padre Olaizola è uno di questi “abitanti” della terra di nessuno. E ha scoperto, dopo tanti anni, che la terra di nessuno è in realtà la terra di tanti, di tutti. Una scoperta da cui è nato il nuovo libro. Nella terra di tutti non è un libro di ecclesiologia né di teologia. È una riflessione, un percorso di ricerca di chi si pone dei dubbi e delle domande sulla casa a cui sente di appartenere. Sono pagine, quelle scritte da Olaizola, che compongono innanzitutto una mappa della realtà ecclesiale, fondamentale per orientarsi e per non perdere la bussola. Una mappa delle questioni più calde e controverse. Con la serena consapevolezza che ogni mappa, per quanto precisa, sarà sempre incompleta. E con il chiaro obiettivo di tracciare sentieri possibili, di dare suggerimenti di cammino. Ma, soprattutto, con la certezza di continuare a sentirsi parte di questa Comunità fragile, come fragile è ogni comunità composta da uomini e donne, ma che nelle sue luci e nelle sue ombre continua ancora oggi ad essere spazio per il Vangelo.