Sabato 7 settembre, a Cassano di Roccabascerana (Avellino) in scena ‘Così lontani, così vicini’ confronto tra l’Aglianico caudino e quello australiano prodotto da Charlie Scalzi figlio di emigranti e titolare di God’s Hill/Scalzi Wines azienda della Barossa Valley
C’è un “filo rosso” che collega il territorio caudino all’Australia: il vitigno aglianico. Parliamo del vitigno che costituisce il più grande patrimonio – non solo enologico – della Campania e che sarà il grande protagonista dell’evento in programma sabato 7 settembre (ore 18.00) presso il Centro Arti e Cultura di Cassano Caudino, frazione del Comune di Roccabascerana (in provincia di Avellino).
‘Così lontani, così vicini – Roccabascerana: in Campania come in Australia il vino dei nostri produttori racconta il talento caudino’ è il titolo dell’incontro che costituirà un momento di confronto sul futuro del vino prodotto in un’areale irpino che si affaccia come un balcone sulla Valle Caudina, che fa da spartiacque con il Sannio. Una valle che costituisce un corridoio strategico, attraversata dalla Via Appia, la “Regina Viarum” dei Romani, recentemente riconosciuta Patrimonio mondiale dell’Umanità dall’Unesco.
L’evento rientra nel progetto ‘Turismo delle Radici – Festa per gli emigranti’ finanziato dal ministero degli Esteri, che coinvolge 42 Comuni irpini con l’obiettivo di far riscoprire alle seconde e terze generazioni la terra dei padri emigranti. In questo contesto, l’amministrazione locale guidata dal sindaco Roberto Del Grosso ha voluto raccontare la storia del vino Aglianico, rinomato nel mondo per le sue qualità e per l’impegno dei suoi produttori.
Tre aziende del territorio – Bellaria, Tenuta Virgilia e Barbati – ospiteranno la cantina australiana God’S Hill/Scalzi Wines, avviata nel 1998 nella Barossa Valley da Carmine (Charlie) Scalzi, figlio di emigranti di Roccabascerana. L’azienda coltiva i maggiori vitigni internazionali, tra cui shiraz, cabernet sauvignon, merlot, pinot grigio, riesling e chardonnay. Tra le vigne non mancano filari di uve aglianico, varietà che Charlie ha voluto impiantare anche per tenere vivo il ricordo del nonno parterno Carmine, tenace vignaiolo che lo introdusse fin da piccolo nel mondo del vino, facendolo partecipare alla pigiatura delle uve con i piedi. Allora Charlie aveva solo cinque anni; lasciò il paese quando ne aveva undici, trasferendosi ad Adelaide, dove il padre ha sempre continuato a vinificare tradizionalmente nella cantina di casa, con Charlie che ha potuto così continuare a coltivare i ricordi della sua bella infanzia e le emozioni vissute in cantina al fianco del nonno. Non a caso, con le uve Aglianico, Charlie ottiene il suo vino del cuore, un’etichetta che costituisce uno dei prodotti di punta della variegata produzione aziendale, il cui costo sul mercato a bottiglia si aggira intorno agli 80 dollari australiani (circa 50 euro).
All’incontro, che sarà aperto dai saluti del sindaco di Roccabascerana, Roberto Del Grosso, parteciperanno: Veronica Barbati (segretaria provinciale Coldiretti), Pasquale Carlo (giornalista enogastronomico e storico del territorio), Enzo De Bernardo (economista), Mario Ronco (enologo), Charlie Scalzo (produttore) e Maurizio Petracca (presidente Commissione agricoltura Regione Campania). Modera e introduce Antonio Paolini (giornalista enogastronomico).
La riflessione servirà non solo a tracciare percorsi futuri del vino caudino, ma anche a ricordare il grande passato enologico di Roccabascerana, che nella prima metà del Novecento, insieme alle vicine Pannarano e San Martino Valle Caudina, costituivano una delle zone più rinomate della Campania del vino. Un ricco passato che negli ultimi anni, grazie a studi e ricerche, sta pian piano ritornando alla luce.
Nel corso della serata si degusteranno i vini Aglianico prodotto dalle aziende caudine e dalla cantina australiana. A seguire, nella piazza di Cassano Caudino, il concerto ‘Enrico Caruso, la leggenda di un emigrante’.