OCCORRE GOVERNANCE DEI COMUNI PER ARGINARE FENOMENO INCONTROLLATO CHE RIGUARDA ANCHE IL SETTORE ALBERGHIERO
NAPOLI – Vulnus locazioni brevi, fenomeno incontrollato in Campania, che coinvolge anche il mondo alberghiero, la Regione faccia presto e presenti subito un emendamento alla prima legge utile in approvazione, e per i comuni con conseguenti delibere, per trovare una quadra, ormai fondamentale per arginare fenomeni di speculazione, mancata qualità nell’accoglienza ed ospitalità e di squilibrio urbanistico di città e località turistiche maggiori – è quanto chiede il presidente regionale Abbac Agostino Ingenito che da anni si batte contro abusivismo e speculazioni per un fenomeno che è ormai trasversale. “Gli ultimi controlli eseguiti dalle polizie locali di Napoli e Salerno degli altri comandi territoriali, fa emergere un’ attività incontrollata, compreso la realizzazione di alberghi fantasma a Napoli, oltre che utilizzo improprio di immobili e vani inadatti al soggiorno di persone come bassi, scantinati ed edifici neppure censiti urbanisticamente, con casi ormai diffusi anche in Penisola Sorrentina, Costiera Amalfitana ed aree limitrofe oltre al gravissimo caso delle isole di Capri, Ischia e Procida – dichiara Agostino Ingenito – E il fenomeno si sta allargando anche a zone non prevalentemente turistiche in cui emergono anche casi di favoreggiamento della prostituzione – dichiara il presidente Abbac Agostino Ingenito – Le responsabilità sono naturalmente di chi, in barba alle regole, cerca di speculare ma alimentata anche da mancate scelte della politica regionale che non ha accelerato anche a seguito di continue nostre proposte, per la necessità di adeguare quel decreto legge 50/2017 voluto dall’allora commissione bilancio della Camera retta da Francesco Boccia che avviò un percorso insano, per la mancata applicazione del filtro che era stato imposto ai portali online, di prelevare alla fonte quella cedolare secca, che avrebbe svolto anche una funzione di controllo e verifica. Solo le Regioni più lungimiranti avevano compreso il fenomeno, arrestato solo durante la pandemia, facendo più chiarezza con normative locali e codici identificativi. Solo su nostra insistente proposta, la Regione si dotò di un codice unico delle strutture ma che ha riguardato solo le attività ricettive extralberghiere con scia amministrativa, escludendo le locazioni brevi, la motivazione era nell’aver voluto attendere che si attuasse il decreto ministeriale, ancora inapplicato, per la realizzazione di un’anagrafe nazionale e codice univoco, affidato all’Agenzia delle Entrate, fortemente voluto dalla nostra associazione e deliberato dall’allora ministro Centinaio del Conte I. “La firma ora di un protocollo tra lo Stato con quelle regioni, compreso la Campania che non avevano normato, appare tardivo. Occorre una sterzata immediata, anche in vista della prossima stagione turistica – continua Ingenito – Comprendiamo lo sforzo compiuto dalle polizie locale che però hanno diverse competenze e organici sguarniti, come pure di tanti Comuni, solo alcuni che autonomamente hanno imposto una minima dichiarazione al Suap. Certo, con l’applicazione della direttiva europea Dac7, altra storica nostra battaglia, l’Euopa ha finalmente imposto ai portali online di trasmettere, a far data dal1 gennaio 2023 i dati fiscali degli annunci, un atto che potrà senz’altro garantire migliore verifica ed esazione fiscale, tuttavia è nella governance territoriale che chiediamo maggiore incisività e prontezza per offrire chiarezza, supportare quanti svolgono questa attività con regolarità ed accompagnare i nuovi percorsi di professionalizzazione come per i property manager, con società specializzate negli immobili turistici, a cui però va immediatamente affiancata un’azione locale di governance per analizzare fabbisogni abitativi, equilibri dei centri storici e rischio turistificazione, oltre al grave fenomeno di mancanza di alloggi per famiglie residenti, lavoratori e studenti, che sta determinando l’allontanamento dalle