Noi siamo certi che l’abbattimento del cuneo fiscale sia la panacea di molti mali per le famiglie italiane. Si alzano i salari diminuendo le tasse e quant’altro grava ingiustificatamente e scelleratamente sulle buste paga dei lavoratori. Un provvedimento virtuoso e fin troppo sottovalutato sino ad ora, che ha “piazzato” nel tempo il nostro Paese ai primi posti tra gli Stati Europei che caricano di tasse odiose il salario dei lavoratori.
Bene dunque, l’impegno del governo per rendere strutturale questa misura a partire dalla manovra finanziaria per il prossimo anno. Con la speranza non vi siano ripensamenti o ulteriori approvazioni a tempo, o a scadenza definita. Sarebbe un grave danno alla credibilità e all’immagine dell’esecutivo. Tuttavia non possiamo trascurare quanto accade in questi giorni di rientro dalle ferie estive e quel che é accaduto in Luglio su strade e autostrade d’Italia. Ci riferiamo all’ingiustificato e, pare, incontrollabile aumento dei carburanti, che ha reso davvero furibondi milioni di italiani in movimento lungo lo stivale, in una estate già particolarmente ardente.
Eppure il prezzo del petrolio é in discesa e solo ieri (22 Agosto) l’indice segnava lo -0,25 collocando il costo del barile a 84,65 dollari. Il che non giustifica affatto il dato che negli ultimi tre mesi il costo del pieno di benzina é aumentato di 7 Euro alla pompa e quello del Gasolio 10 Euro in più. Un andamento al rialzo non attribuibile alle quotazioni petrolifere che dall’inizio del 2023 sono aumentate solo dell’1 per cento.
Siamo dunque in presenza di una azione speculativa ordita dal settore petrolifero. Escludendo, fra questi, i gestori delle pompe che rappresentano coloro che guadagnano meno di tutti gli altri lavoratori della filiera (produttori, raffinatori, autotrasportatori).
Occorre assumere provvedimenti drastici e subito. Non é un caso che questa lievitazione dei prezzi dei carburanti si sia verificata nel periodo di Luglio e Agosto con milioni di autovetture in strada per le ferie degli italiani.
Ciò che probabilmente sfugge all’esecutivo é che l’aumento dei carburanti genererà un effetto domino con rincari a cascata sui prodotti alimentari e, in genere, su tutti i prodotti “veicolati” con il sistema del trasporto su gomma. Con previsioni e conseguenze davvero pesanti per i redditi delle famiglie attraverso i consumi dei beni indispensabili già dal prossimo mese di settembre e per tutto l’autunno.
Non si può pensare di affrontare e risolvere il problema chiedendo ai gestori degli impianti di distribuzione dei carburanti di esporre il cartello con i prezzi medi dei carburanti praticati in Italia. Ci piacerebbe chiedere al Ministro dello Sviluppo e del Made in Italy, quegli automobilisti che rientrano dalle ferie e che son costretti a fare rifornimento, magari sulle reti autostradali, cosa vuole che se ne facciano di quei cartelli? Quale utilità o beneficio potranno trarne da quella esposizione di prezzi dei carburanti?
E allora che fare? A nostro avviso la cosa più immediata e necessaria, oltre che eticamente doverosa, dovrebbe essere quella di “restituire” il maggior gettito di IVA scaturito dall’aumento dei carburanti e redistribuirlo per un raffreddamento del costo dei carburanti alla pompa. Ma la madre dei provvedimenti dovrà essere assunta dal Ministro competente. Attraverso una sanzione forte e senza appello per chi profitta, senza giustificato motivo, delle ferie per “piazzare” l’aumento indiscriminato di un prodotto indispensabile per milioni di Italiani. Al medesimo Ministro e alla Presidente del Consiglio vorremmo suggerire che ancora altre categorie (oltre le banche per le quali già si registrano retrofront e ripensamenti sugli extra profitti appena approvati) andrebbero attentamente controllate e, se del caso, sanzionate. Ci riferiamo ai produttori di farmaci (vedi aumenti dei prodotti in occasione della pandemia), piuttosto che i produttori di armi e materiali bellici che qualcosina hanno guadagnato in questo anno e poco più di guerra in Ucraina. Con queste eventuali risorse, probabilmente, si potrebbe ricavare quel gettito necessario al completamento dell’abbattimento del cuneo fiscale e rimarrebbe anche tanto altro per “sforbiciare” quelle accise vergognose e anacronistiche sul prezzo della benzina. Con ciò mantenendo anche le promesse fatte agli elettori italiani in occasione delle ultime elezioni politiche. Ricordando che questi ultimi sono diventati molto attenti alle promesse non mantenute in campagna elettorale e, soprattutto, ai retrofront effettuati dai partiti in corso d’opera.